Sostenibilità
Regolamento etichette Ue, Coldiretti: occasione persa
La proposta di regolamento della Commissione giudicata troppo soft
di Redazione
”E’ stata persa una occasione per rispondere con la trasparenza alle richieste dei consumatori che chiedono di conoscere l’origine dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti con l’obbligo dell’etichetta di provenienza”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la nuova proposta di regolamento sull’etichettatura alimentare adottata dalla Commissione europea e sulla quale si dovranno opportunamente esprimere le altre istituzioni. ”La volonta’ manifestata dalla Commissione Europea -prosegue- di mantenere l’indicazione dell’origine degli alimenti come un elemento volontario, la cui obbligatorieta’ resta sempre legata a condizioni e situazioni specifiche e valutate caso per caso, contrasta con l’interesse dei cittadini europei che nel 97% dei casi ritengono che debba essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti. ”Si tratta peraltro -sottolinea la Coldiretti- di una scelta incoerente con le stesse decisioni adottate in precedenza dalla Commissione Europea per fronteggiare i recenti allarmi sanitari come nel caso della mucca pazza (Bse) che ha portato all’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne bovina”. Secondo il regolamento l’indicazione dell’origine e’ obbligatoria solo quando ”l’omissione di tale indicazione possa indurre in errore il consumatore circa l’origine o la provenienza effettiva dell’alimento”, con la possibilita’ possibilita’ per gli Stati membri di richiedere, attraverso una procedura di notifica alla Commissione, alcune indicazioni obbligatorie addizionali (oltre a quelle previste) per talune categorie di alimenti, giustificate in ragione della prevenzione della frodi e della protezione della salute pubblica e dei consumatori nonche’ dei diritti di proprieta’ commerciale e industriale, di indicazioni di provenienza, di denominazioni d’origine e di repressione della concorrenza sleale.
Un ulteriore vincolo, spiega Coldiretti, e’ stato introdotto specificatamente per l’origine. La nuova proposta di regolamento prevede che uno Stato membro possa introdurre misure addizionali riguardanti l’indicazione obbligatoria dell’origine o della provenienza di un alimento, solo nel caso in cui vi sia un legame, dimostrato, tra alcune caratteristiche del prodotto e la sua origine e che la maggior parte dei consumatori attribuisce un valore significativo all’indicazione dell’origine di quello specifico alimento, ma escludendo da tale possibilita’ tutti quei prodotti per i quali gia’ esiste una normativa comunitaria che disciplini l’etichettatura degli stessi in materia di origine, sia essa volontaria od obbligatoria. ”Si tratta, quindi -prosegue la nota- di deboli aperture che non rispondono alla domanda dei consumatori e delle imprese, sulle quali la Coldiretti intende continuare a mobilitarsi con una azione di pressing a livello nazionale e comunitario che ha gia’ portato in Italia all’obbligo di indicare l’origine in etichetta per l’extravergine, la passata di pomodoro, la carne di pollo e il latte fresco, che si aggiunge a quello in vigore nella Ue per carne bovina, uova, miele e ortofrutta fresca. Molto resta tuttavia ancora da fare con piu’ della meta’ dei soldi spesi dai consumatori italiani per l’acquisto degli alimenti destinati -secondo la Coldiretti- a prodotti per i quali e’ possibile conoscere la provenienza: dai salumi ai formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio, dalle conserve vegetali ai succhi di frutta, ma anche per il latte a lunga conservazione”
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