Volontariato

Registro unico in Piemonte, l’assessore lo spiega

Dopo l'approvazione del ddl che istituisce un unico elenco per le oltre 35mila onp della regione, oggi sparse in 19 diversi albi, per Augusto Ferrari ridurre la dispersione è possibile: «Serve volontà politica e un sistema digitale che funziona. I territori ci chiedono meno burocrazia e più trasparenza»

di Gabriella Meroni

Oltre 35.300 organizzazioni non profit sparse in 19 registri, albi ed elenchi. Era questa fino ad oggi la realtà del terzo settore della regione Piemonte, comune a molte altre zone d’Italia dove il variegato mondo del senza fine di lucro è oppresso da una burocrazia infinta. Per ovviare a situazioni come questa (e ad altre ancora peggiori), nella legge delega di riforma del terzo settore è prevista una massiccia semplificazione e la creazione, a regime, di un registro unico nazionale di tutte le organizzazioni non profit. La regione Piemonte però ha fatto una “corsa in avanti” , approvando da poco la creazione di un registro unico regionale che metta ordine nella materia. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale alle Politiche Sociali Augusto Ferrari.

Assessore, come nasce l’idea di dar vita a un registro unico regionale delle onp?

Questa iniziativa nasce un’esigenza che l’amministrazione ha raccolto nel corso di molti incontri nei territori, dove diversi attori economici e sociali sentivano l’urgenza di un alleggerimento della burocrazia regionale. In seguito a ciò, sotto la direzione dell’assessore al Bilancio e vicepresidente regionale Aldo Reschina si è avviato l’iter di un ddl di semplificazione normativa in vari ambiti, tra cui quello del non profit, poi approvato all’unanimità. E’ stata la consigliera Enrica Baricco, che conosce bene il terzo settore, a raccogliere l’esigenza traducendola in una serie di emendamenti al ddl, tra cui quello che istituisce il registro unico delle organizzazioni non profit.

Di cosa si tratta, in pratica?

Si tratta di un punto di riferimento unico a cui chiunque potrà accedere per raccogliere informazioni specifiche su tutti gli attori che in regione operano sul fronte della promozione sociale, del volontariato, della cooperazione. Abbiamo già avviato il percorso di attuazione di questa misura, con la preziosa consulenza dell’Ires Piemonte, attraverso riunioni tecniche che porteranno alla realizzazione della piattaforma digitale che di fatto costituirà il registro.

Quali i principali vantaggi?

I vantaggi saranno concreti sia per l’amministrazione che per il terzo settore. Dal nostro punto di vista il registro unico eviterà una serie di procedure che complicano e appesantiscono i lavori degli uffici, disperdendo energie preziose; le associazioni dal canto loro avranno a disposizione uno strumento trasparente ed immediato da utilizzare per farsi conoscere e interagire con il settore pubblico. Da nostre stime, infatti, è emerso che moltissime realtà non profit non si registrano, e rimangono “invisibili” alle istituzioni, proprio perché vedono l’iter burocratico come un ostacolo. Noi vogliamo rimuovere questo ostacolo, anche per cogliere e valorizzare tutta la ricchezza sociale del nostro territorio.

Quindi assessore, la vostra iniziativa dimostra che si può fare. Pensa che molte altre regioni seguiranno il vostro esempio?

Me lo auguro, comunque posso dire che ciò che serve per muoversi in questa direzione è la volontà politica di cambiare le cose, anche se può sembrare complicato. Siamo particolarmente felici di rappresentare l’avanguardia di un processo in corso e che ha fatto un notevole passo avanti con l’approvazione della legge delega sul terzo settore. Speriamo di rappresentare un pungolo positivo per raggiungere anche a livello nazionale questo importante obiettivo.

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