Sostenibilità
Refettorio Ambrosiano: 800 persone accolte in tre anni
«La bellezza non è solo estetica ma aiuta a ritrovarsi» a dirlo Davide Rampello, il curatore artistico della mensa di piazza Greco a Milano che - aperta in occasione di Expo - ha celebrato il suo terzo anno. Tra i promotori lo chef Massimo Bottura che ha sottolineato come da Milano sia partita «un’idea rivoluzionaria»
di Redazione
«In tre anni è cambiato tutto. Oggi non si parla più di scarti, ma di ingredienti primari. Una rivoluzione nata qui a Milano, proprio in questo luogo che ho trovato oggi più bello di quando l’abbiamo aperto segno della grande cura che ci mettono le persone che lo stanno portando avanti». A dirlo Massimo Bottura, intervenendo lunedì 11 giugno al terzo anniversario dell’inaugurazione del Refettorio Ambrosiano, immaginato proprio dallo chef per trasformare in eccellenze le eccedenze alimentari prodotte dai padiglioni di Expo tra maggio e ottobre del 2015. Gli fa eco Davide Rampello, il curatore artistico che ha coinvolto le aziende e i creativi che hanno trasformare un teatro abbandonato in una zona periferica di Milano in una mensa solidale che è al tempo stesso una galleria d’arte: «Abbiamo voluto che il Refettorio fosse un luogo di bellezza, coinvolgendo artisti e designer in un progetto che non ha precedenti, non per una ragione estetica, ma perché siamo conviti che la bellezza è parte integrante del percorso di riabilitazione di una persona. I risultati di questi primi tre anni lo confermano».
A parlare dei risultati raggiunti in questi tre anni il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti: «I 200 senza fissa dimora che sono passati dal Refettorio sono usciti tutti dalla strada. Gli stranieri accolti, circa 400 persone, sono stati aiutati a risolvere le questioni burocratiche relative al permesso di soggiorno e sono riusciti così a trovare un lavoro per pagarsi un posto letto e mantenersi. Altri 200 ospiti, inviati dai centri di ascolto stanno facendo un serio cammino di recupero della dignità. Complessivamente, dunque 800 persone, hanno trovato nel Refettorio e nelle rete di servizi collegati un’occasione per ripartire».
Nato durante Expo Milano 2015, il Refettorio ha proseguito la sua attività. Da lunedì a venerdì oltre un centinaio di volontari servono per 90 ospiti le ricette preparate con ingredienti donati dalla grande distribuzione. In tre anni sono stati serviti 50mila pasti per 800 ospiti. Solo nel 2017 sono state recuperate e cucinate per i poveri 100 tonnellate di cibo.
«Ogni sera, occorre inventare un menu con quello che abbiamo. Ogni volta è una sfida. Ma non ha prezzo la soddisfazione di regalare un momento di serenità a persone che vivono giornate difficili, spesso segnate da frustrazioni», ha detto Ilenia di Pietro, la cuoca del Refettorio, le cui ricette sono state raccolte nel libro “Butta in tavola”, recentemente uscito in libreria.
«Dopo la morte di mio marito, non ho trovato più la forza di uscire di casa. Poco alla volta mi stavo lasciando andare. Il Refettorio mi ha ridato una ragione per vivere. La sera so che qualcuno mi aspetta, allora mi metto in ordine e scendo», ha raccontato alla fine della tavola rotonda Eugenia, la “decana” degli ospiti del Refettorio, che abita sul lato opposto di piazza Greco dove sorge la mensa.
Oltre a luogo di solidarietà, il Refettorio Ambrosiano è anche uno spazio di animazione culturale grazie all’Associazione per il refettorio, promossa dal parroco don Giuliano Savina, che ha organizzato oltre 170 eventi tra cinema, teatro, scuola, momenti per gli anziani, incontri di religioni e cene, coinvolgendo i cittadini del quartiere e non solo e più di 100 ospiti.
Il gruppo Animondo, formato da operatori del servizio civile internazionale di Caritas Ambrosiana, ha proposto al Refettorio Ambrosiano percorsi didattici sui temi delle fame e gli squilibri alimentari ai centinaia di ragazzi delle scuole e degli oratori estivi.
L’associazione le Querce, promossa da Caritas Ambrosiana, organizza laboratori di cucina per le persone anziane del quartiere.
Nella foto in apertura da sinistra: mons. Luca Bressan, Davide Rampello, Massimo Bottura, Luciano Gualzetti, Carlo Benvenuto, Mario Bellini
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.