Cultura

Reddito minimo d’inserimento: i Comuni, no al coofinanziamento

Così i sindaci dei 39 Comuni nei quali si e' svolta la fase di sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento (Rmi) hanno detto al Governo

di Redazione

I sindaci dei 39 Comuni nei quali si e’ svolta la fase di sperimentazione del Reddito Minimo di Inserimento (Rmi) hanno espresso oggi al Governo – nel corso di un incontro al ministero del Welfare al quale hanno preso parte i sottosegretari Grazia Sestini e Pasquale Viespoli – la impossibilita’ a prendere in considerazione l’ipotesi di un aumento (fino al 50%) del cofinanziamento per il proseguimento temporaneo, fino al 30 giugno, di quella esperienza. L’ipotesi – ricorda una nota dell’Anci – era stata avanzata dallo stesso ministro Maroni ed era stata definita ”una sorta di provocazione, considerati anche i tagli alle entrate dei Comuni previsti dalla legge finanziaria e la necessita’ di rispettare il patto di stabilita’ interno” da Paolo Agostinacchio, sindaco di Foggia e Presidente del consiglio nazionale dell’Associazione dei Comuni (ANCI). ”In questa situazione, ha detto ancora Agostinacchio – la posizione comune assunta dai 39 Sindaci coinvolti e’ quella di chiedere il rispetto della legge istitutiva del Rmi e quindi di ribadire l’impossibilita’ all’aumento del cofinanziamento”. ”Di fronte a questa nostra posizione – ha riferito il sindaco di Foggia al termine della riunione – da parte degli esponenti del Governo e’ stata espressa una possibile alternativa, ricercando all’interno del sistema delle istituzioni la copertura per la quota di cofinanziamento (35 miliardi di vecchie Lire) che rimarrebbe in sospeso”. ”Per quanto riguarda il futuro – ha aggiunto – siamo invece pienamente disponibili a discutere con il Governo i nuovi strumenti che dovranno prendere il posto del Reddito Minimo di Inserimento e in questo senso cominceremo a lavorare in un apposito tavolo tecnico che e’ stato concordato di attivare”.

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