Volontariato

Reddito minimo. Cdl boccia mozione opposizione

Lo denuncia il senatore dei Dl Montagnino, gli risponde a muso duro il senatore di An: sul reddito minimo è scontro

di Ettore Colombo

L’assemblea del Senato ha respinto la mozione presentata da Antonio Montagnino (Dl) e da tutti i gruppi dell’opposizione per il ripristino del reddito minimo di inserimento, introdotto in oltre 300 comuni, selezionati in base ai dati Istat nel 1998, e sostituito dalla legge finanziaria per il 2004 con una compartecipazione finanziaria dello Stato all’iniziativa delle regioni che istituiranno il reddito di ultima istanza. La mozione chiedeva al governo di ripristinare il reddito minimo di inserimento, ”con eventuali e necessarie modifiche, abbandonando l’ipotesi del reddito di ultima istanza”, o, in alternativa, di emanare con la massima urgenza i decreti interministeriali per consentire l’attivazione del reddito di ultima istanza, garantendone una dotazione finanziaria adeguata.
”Dalla maggioranza ancora una prova di grande irresponsabilità”, ha sottolineato il capogruppo in commissione Lavoro di Palazzo Madama della Margherita, il senatore Antonio Montagnini. ”Bocciando la misura del reddito minimo di inserimento e introducendo una misura assolutamente inconsistente, il reddito di ultima istanza, priva di finanziamenti e con vaghe possibilità di realizzazione affidate alle regioni, il governo ha dimostrato una totale insensibilità nei confronti di centinaia di famiglie che rimarranno senza reddito e senza alcun sostegno”. ”Non solo è stata respinta la mozione da me presentata, e sottoscritta da 39 senatori del centrosinistra -ha detto Montagnino- che chiedeva di ripristinare il reddito minimo o di procedere ad un’alternativa valida, ma non c’è stata da parte del governo alcuna volontà di adempiere alle promesse fatte al paese, meri palliativi unicamente finalizzati a sedare le aspettative di migliaia di persone che vivono in condizioni di povertà e disagio”.
”Il centrosinistra davvero non può parlare sul ‘reddito di ultima istanza’ infatti, questo provvedimento del governo di centrodestra, varato nel 2002, è stato bloccato dal ricorso alla Consulta della ‘rossa’ Regione Emilia Romagna”. Così il senatore Francesco Bevilacqua, vicepresidente del gruppo di Alleanza Nazionale, ha replicato alle accuse del senatore della Margherita Antonio Montagnino di irresponsabilità da parte del centrodestra. ”In base a questo ricorso, infatti, -ha spiegato Bevilacqua- la Corte costituzionale ha ricordato che si tratta di materia di ‘servizi sociali’ di competenza legislativa delle Regioni su cui lo Stato non può intervenire. Quindi il centrodestra ha ben chiaro il problema di garantire un reddito essenziale ai cittadini non assistiti da altre misure di integrazione del reddito”. ”Inoltre -ha aggiunto Bevilacqua- anche sul ‘reddito minimo di inserimento’ il centrosinistra dimentica che la legge prevedeva la fine della sperimentazione nel dicembre del 2001, data che il governo di centrodestra ha prorogato prima al 31 dicembre 2004 e ora, come annunciato dal sottosegretario Sestini, al 31 dicembre 2005”.
Bevilacqua ha anche sottolineato che la sperimentazione sul reddito minimo di inserimento ”deve finire poiché la legge ha fallito, non ha raggiunto l’obiettivo prefissato: l’inserimento dei soggetti deboli nel mondo del lavoro”. ”Nella mia provincia sono circa 3.000 i lavoratori che vivono il dramma della povertà e della miseria. Nessuno di essi, però è stato inserito in un progetto e in una forma di cooperazione capace di risolvere in modo definitivo il problema del lavoro. Occorre quindi intervenire -ha concluso Bevilacqua- in modo diverso e riuscire ad attivare al più presto il ‘reddito di ultima istanza’, superando l’illegittimità evidenziata dalla Consulta”.

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