Diritti
Recuperare la parte incompiuta del Libro Bianco di Biagi
A vent'anni dall'entrata in vigore della Legge ispirata dalla riflessione del giuslavorista, per Acli è urgente riscoprire quella parte del progetto rimasta incompiuta (tra cui l’inserimento dei più vulnerabili nel mercato del lavoro)
di Alessio Nisi
A 20 anni dall’approvazione della legge 30 (legge delega in materia di occupazione e mercato del lavoro), che porta il nome di Marco Biagi, il giuslavorista assassinato un anno prima dalle Brigate Rosse, è necessario riscoprire quella parte del progetto legislativo rimasta ancora incompiuta. A chiederlo le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – Acli, per quella parte nello specifico che «riguarda le politiche attive del lavoro, l’apprendistato duale, il placement promosso da scuole e università, la bilateralità virtuosa e tutte quelle misure previste per l’inserimento dei più vulnerabili nel mercato del lavoro».
Punto di riferimento per i diritti dei lavoratori
Per l’associazione «il metodo autenticamente riformista seguito da Biagi nella costruzione del Libro bianco, che fu la base del successivo provvedimento legislativo, è ancora oggi un punto di riferimento per un’evoluzione della legislazione del lavoro che sappia inserire i diritti individuali e collettivi dei lavoratori nella dinamica del cambiamento sociale ed economico».
In apertura foto di Alex Kotliarskyi per Unsplash
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.