Mondo

Realizzare una vera sussidiarietà nelle adozioni

L'intervento di Marco Griffini, Presidente AiBi

di Marco Griffini

“Allora, me l?hai trovata una famiglia?”. «Non ancora, mi dispiace». Marco Griffini dà un buffetto a un bel bambino biondo, nel cortile di un orfanatrofio a Ramnicu Valcea. Poi si gira e tuona: «Non abbiamo ancora trovato, in tutta Italia, una famiglia disposta ad adottare questo bambino, perché ha 10 anni e lo considerano troppo grande». Griffini, fondatore dell?Associazione amici dei Bambini-AiBi, in Romania sta conducendo una battaglia difficilissima, quella per cambiare il sistema, per rendere l?adozione internazionale un vero mezzo di sussidiarietà. AiBi ha messo in piedi un progetto di cooperazione a Bucarest e nei distretti limitrofi, per prevenire il fenomeno dell?abbandono e del disagio. Si tratta di quattro case famiglia per bambini abbandonati, due gruppi appartamento per ragazze maggiorenni e una comunità d?accoglienza per una trentina di ragazze madri. «L?adozione deve diventare una misura che scatta solo quando si è già tentato tutto per prevenire o riparare all?abbandono di un bambino. E deve essere aperta a tutti, non solo ai più piccoli, con la pelle più chiara, con meno problemi. La solidarietà sta proprio nel dare la precedenza a quelli che hanno più bisogno» dice Griffini, che ha recentemente denunciato lo scandalo dei costi delle adozioni. «Non è possibile che per un?adozione si arrivi a pagare fino a 20-30mila dollari, visto che non costa più di 2mila. Bisogna mettere fine a questo mercato».
Info: www.aibi.it

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