Sostenibilità

Reach: imparate bene questo acronimo. Può essere la sigla di un futuro sano

Il 16 novembre Parlamento europeo in seduta plenaria per votare il regolamento Reach, teso a rendere più responsabile l’uso delle sostanze chimiche

di Fulco Pratesi

Il 16 novembre il Parlamento europeo in seduta plenaria dovrebbe votare il regolamento Reach, teso a rendere più trasparente, responsabile, controllabile e limitato l?uso delle sostanze chimiche che vengono, a migliaia, riversate
nell?ambiente in cui viviamo. E i risultati di questa alluvione chimica sono studiati con preoccupazione da anni. Ricordiamo l?allarme per la presenza del Ddt nel latte delle mamme, ricordiamo le sostanze chimiche tossiche e nocive immagazzinate nel grasso e nei tessuti degli animali polari, ricordiamo la quasi estinzione di molte specie di uccelli dovuta alla fragilità delle uova causata dai composti chimici usati in agricoltura.

Ma l?indagine effettuata dal WWF negli organismi di personaggi noti – politici, attori, scienziati – ha fatto rilevare che in noi, in tutti noi, comprendendo anche coloro che vivono in situazioni apparentemente indenni dai guasti della chimica, sono presenti sostanze indesiderate e spesso anche tossiche e nocive. Dagli alimenti e dagli abiti, nelle abitazioni e nei sottolavelli delle cucine si sprigionano esalazioni, pulviscoli e particolati che insidiano la nostra salute e mettono a rischio addirittura i nostri sistemi riproduttivi.

Bisogna perciò fare il possibile, anche contrastando le pressioni dei potentati della chimica e della farmaceutica, per ridurre, controllare e monitorare – nei confronti della loro incidenza sulla salute e sull?ambiente – sia le sostanze chimiche oggi presenti sul mercato, sia quelle che le industrie sfornano a migliaia anno dopo anno.

E se i controlli di nocività saranno attuati con tecniche che non comportino l?uso di animali (ricerche che non sono mai predittive e richiedono sempre conferme sull?uomo), se ne avvantaggeranno sia l?efficienza che la sicurezza dei test.

E’ questo che chiedono le 160mila persone che hanno firmato la petizione consegnata il 28 ottobre scorso al relatore di Reach, l?europarlamentare Guido Sacconi, sia i mittenti delle 300mila email partite dal sito del WWF in una sola settimana all?indirizzo degli europarlamentari italiani.

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