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Re di Giordania:«Possibile guerra già nel 2010»

Secondo Abdullah II, sarà guerra se non passa la moratoria sulla costruzione degli insediamenti

di Redazione

“Se dovessimo fallire la prova del 30 settembre, una nuova guerra scoppiera’ entro l’anno e altre guerre nella regione nei prossimi anni”. E’ questo l’avvertimento lanciato dal re giordano Abdullah II, con riferimento alla scadenza della moratoria sulla costruzione degli insediamenti decisa dal governo israeliano per favorire l’avvio di negoziati di pace diretti tra palestinesi e israeliani. “Se non si risolvera’ la questione del congelamento delle attivita’ di insediamento, un violento scontro potrebbe scoppiare gia’ nel 2010”, ha rincarato il sovrano hashemita in un’intervista rilasciata a ‘The Daily Show‘. Re Abdullah, che si trova a New York per partecipare alle riunioni dell’Assemblea generale dell’Onu, si e’ detto convinto che concentrare tutta l’attenzione sul problema degli insediamenti “a spese di una soluzione delle principali questioni legate alla situazione finale andra’ a discapito dei negoziati politici”. “Vi sono alcune parti in attesa del fallimento per poter affermare: ‘Noi ve l’avevamo detto che il dialogo con Israele non e’ serio e non porta a nulla e che la violenza e’ l’unica via’”, ha sottolineato il sovrano giordano, secondo il quale “la scarsa abilita’ nel far procedere il processo di pace israelo-palestinese”, ma anche la guerra in Iraq e in Afghanistan, “stanno indebolendo i moderati”.

 

Parlando all’Assemblea generale dell’Onu, re Abdullah ha detto che “Israele ha un’opportunita’ senza precedenti”, ossia quella di “trovare una soluzione che gli permettera’ di avere relazioni normali con 57 nazioni arabe e musulmane, un terzo dell’Onu”, riferisce l’agenzia di stampa palestinese ‘Maan News‘. Appoggiando l’appello del presidente Usa Barack Obama di estendere il congelamento della costruzione di insediamenti in Cisgiordania, il sovrano giordano ha dunque chiesto di evitare “azioni provocatorie o unilaterali che possano deragliare i negoziati”. Per il sovrano giordano “non si puo’ sottostimare l’importanza del successo o il doloroso costo di un fallimento”. “Tutti noi – ha concluso – dobbiamo appoggiare azioni rapide, scelte difficili e risultati concreti”.

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