Politica
#RDCsenzaDimora, una raccolta firme per i più poveri
Il Reddito di Cittadinanza taglia fuori le persone che vivono in strada e che non hanno una residenza anagrafica, questa la denuncia di Avvocato di strada Onlus e Fiopsd che lanciano una petizione per chiedere al Governo di includere anche i senza dimora e senza residenza tra chi ha il diritto di richiedere il RdC
Obiettivo 10mila firme entro il 31 maggio. È questo il traguardo che Avvocato di strada onlus e FioPds – – Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora si sono posti per far sì che anche per le persone che vivono in strada possano richiedere il Reddito di Cittadinanza. Nell’appello lanciato dalle pagine di buonacausa.org si ricorda che la misura bandiera del M5S e del governo “doveva “abolire la povertà”, mentre al contrario “il reddito di cittadinanza taglia fuori i più poveri in assoluto: le persone che vivono in strada e che non hanno la residenza anagrafica”.
In Italia, vivono in strada oltre 50mila persone che – si legge nell’appello – sono diventate povere: sono padri separati, anziani con la pensione minima, donne sole con figli, giovani che non riescono a trovare un lavoro, piccoli imprenditori falliti, lavoratori licenziati.
Figure prese a esempio sono due senza dimora: Marco e Liliana. Marco, 45 anni, ha lavorato per tutta la vita nella stessa azienda. A causa della crisi l’azienda ha delocalizzato e Marco ha perso il lavoro. Dopo diversi colloqui andati male e l'impossibilità di pagare l'affitto, Marco si è ritrovato a dormire in macchina. Liliana, una vita passata in sartoria, riceve una piccola pensione con la quale però non riesce a far fronte a tutte le spese. Sfrattata e senza nessun aiuto familiare, la sua giornata è scandita da un pranzo in mensa e dalla ricerca di un posto dove dormire, sempre diverso. “Marco e Liliana, due storie diverse, hanno un problema comune – si sottolinea – : non hanno più un indirizzo da indicare sulla carta d'identità. La residenza in Italia consente di votare, curarsi, firmare un contratto di lavoro, percepire una pensione, rinnovare la patente. Senza residenza sei invisibile”.
L'immagine scelta per la petizione online
Non solo invisibile, ma anche senza diritto al RdC.
“Da quest'anno la residenza è un requisito essenziale per richiedere il reddito di cittadinanza”. La misura contro la povertà – ricorda ancora l’appello firmato da Antonio Mumolo e Cristina Avonto presidenti rispettivamente di Avvocato di Strada onlus e FioPsd – , introdotta con Decreto Legge n. 4/2019 convertito in Legge il 28/03/2019, che può essere richiesta da chi sia residente sul territorio nazionale da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi e che dovrebbe aiutare le persone che sono senza un lavoro ad iniziare un percorso di recupero.
Percorso al quale migliaia di persone senza dimora non potranno accedere. Per Avvocato di strada, onlus che da 18 anni si occupa della tutela dei diritti degli homeless e FioPsd è una “discriminazione profondamente ingiusta”. Le due realtà hanno proposto un emendamento al decreto per fare in modo che chi vive ai margini della società non sia ulteriormente discriminato.
Per sostenere la proposta e per dare voce a chi è rimasto inascoltato e sempre più invisibile si chiede di firmare la petizione così da poter tornare alla carica e chiedere al Governo di “includere anche le persone senza dimora e senza residenza tra chi ha il diritto di richiedere il reddito di cittadinanza. Dobbiamo fare in fretta, il decreto è appena diventato legge”, è l'accorato appello di Avvocato di Strada onlus e FioPsd.
Il 31 maggio è vicino e al momento in cui scriviamo le firme sono poco più di 700.
In apertura image by Sara Vaccari from Pixabay
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