Famiglia
RdB contro volontari: «Basta finanziamenti alle associazioni»
Rifiutando la medaglia d'oro, i pompieri delle rappresentanze di base chiedono più fondi per loro e non per i volontari
Niente consegna della medaglia d’oro, domani, per i Vigili del fuoco appartenenti alla RdB. Oggi una delegazione ha infatti consegnato direttamente al Quirinale, riferisce la stessa Rappresentanza di base, «una lettera di rifiuto per l’invito di domani in occasione di una presunta festa dei Vigili de Fuoco». La RdB, nel declinare l’invito, afferma che «tale invito ha tutta l’apparenza di una operazione di facciata utile solo a fini di autocelebrazione da parte di chi amministra il Corpo Nazionale, e di chi governa il paese, mentre tra le tendopoli dell’Abruzzo, in mezzo alle macerie, tra le strade, in mezzo ai cittadini ci siamo noi pompieri, sempre meno, con pochi mezzi, tecnici ed economici».
«Presidente – scrivono i rappresentanti sindacali – Lei forse non è al corrente della cronica carenza di personale, che come RdB, denunciamo da anni, inascoltati: servirebbero almeno diecimila uomini in piu’ per avvicinare l’Italia agli standard europei». Ma i Vigili del fuoco firmatari ne hanno per tutti: «contrariamente ai proclami», scrivono, «in questo Paese non si investe in sicurezza: si preferisce indirizzare risorse a mille organizzazioni di protezione civile e di volontariato efficaci per la comunità se di supporto ad un Corpo Nazionale VV.F. istituito appositamente e strutturato per rispondere efficacemente e capillarmente sul territorio». «Con un contratto scaduto da due anni, questa medaglia appare una presa in giro, un lavarsi la coscienza. Ci servono fatti tangibili, risorse vere, mezzi adeguati e formazione per continuare ad assicurare la salvaguardia degli italiani», concludono i rappresentanti sindacali.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.