Cultura

Razzolare bene, testimonianza civica

Persapernedipiù/ Testimonianze di uomini che, a vario titolo, hanno dimostrato e continuano a dimostrare coerentemente con i fatti le loro idee

di Sara De Carli

«Sulla cattedra di Mosè sono ormai seduti Scribi e Farisei. Quello che dicono, osservatelo. Ma non fate secondo le loro opere perché dicono e non fanno». E’ questo frammento del Vangelo di Matteo un monito fortissimo per mettere in guardia dalle insidie delle prediche. Attenzione a non confondere, dice, quanto di solito si afferma con ciò che poi si testimonia. Tre significative ?coincidenze? sono invece questo invito alla lettura. Testimonianze di uomini che, a vario titolo, hanno dimostrato e continuano a dimostrare coerentemente con i fatti le loro idee. Vite non facili, ma piene di orizzonti di senso, merce rara di questi tempi così abbondanti di buone intenzioni prive di seguito, tanto simili a una marmellata scaduta. Di Vittorio di Antonio Carioti, il Mulino, 174 pagine, 12 euro Un simbolo, un mito, un tribuno del popolo prima ancora che un grande sindacalista. A mezzo secolo dalla morte continua ad essere questa l?immagine prevalente di Giuseppe Di Vittorio, bracciante pugliese, autodidatta, divenuto nel dopoguerra leader della Cgil, amato da operai e contadini al Sud come al Nord, ma stimato anche dai ceti medi. Invece Di Vittorio fu una figura molto più complessa, con la missione ?alta? di far procedere di pari passo, come racconta Carioti, l?emancipazione del proletariato con l?esigenza di ?fare gli italiani?, di superare l?estraneità reciproca fra masse popolari e istituzioni. Già, perché Di Vittorio, ricordava all?indomani della sua morte il giornalista Lajolo, «non era soltanto un dirigente del sindacato. Era una presenza umana. Chi gli stringeva la mano una volta se lo sentiva amico. Quando ti guardava o parlava stava con te non solo con gli occhi». Homo Civicus di Franco Cassano, edizioni Dedalo, 176 pagine, 15 euro Homo civicus propone una prospettiva cruciale per il Mezzogiorno: solo la costruzione di una solida tradizione civica, fondata sulla ?gelosia? dei beni comuni, può permettere al Sud di diventare un soggetto forte e attivo della vita politica, economica e culturale del Paese. Ma come? Franco Cassano propone la rivincita della realtà sulla dottrina, citando, in proposito, un impagabile Camus: «Ogni volta che una dottrina ha incontrato il bacino mediterraneo, nello choc di idee che ne è derivato è sempre il Mediterraneo che è rimasto intatto, il Paese che ha battuto la dottrina. Il Cristianesimo era all?inizio una dottrina commovente, ma chiusa. Dall?incontro con il Mediterraneo è nato il cattolicesimo. Il Cristianesimo è così entrato nel mondo per cominciare la strada miracolosa che sappiamo». Azione civica di Giovanni Moro, Carocci Faber, 232 pagine, 19,70 euro Un libro con un obiettivo ambizioso (e raggiunto) questo di Giovanni Moro, sociologo politico e presidente della Fondazione per la cittadinanza attiva: esplorare e ?raccontare? come possa essere efficace il binomio concretezza-concettualizzazione dell?attivismo civico. «Uno dei modi usuali di aprire i libri», afferma l?autore, «è quello di fare dichiarazioni sui sistemi di idee che ne sono la fonte di ispirazione. Senza ovviamente rinunciare alle idee, ritengo qui utile dichiarare la mia ispirazione a fatti, persone e processi sociali». E gli esempi efficaci decisamente non mancano, come quello del signor Cirillo, piccolo imprenditore del Sud che va in un ospedale di Roma per farsi impiantare un pacemaker, trova inspiegabili lentezze e con tenacia si impegna affinché queste scompaiano.


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