Volontariato

Razzismo, la partita si ferma qui

Il caso Zoro il mondo del pallone ora sa come combattere il fenomeno

di Pasquale Coccia

Esasperato dai continui ?buuu?, il verso della scimmia, indirizzatigli dagli ultrà delle squadre avversarie ogni qualvolta calcia il pallone, il giocatore del Messina Marc Zoro della Costa d?Avorio domenica scorsa ha fermato la palla e interrotto il gioco. Un gesto semplice e forse anche ingenuo, ma incisivo.
Con il pallone ben stretto sotto il braccio, il giocatore ivoriano è andato dall?arbitro e gli ha chiesto di sospendere la partita. Zoro fermando la palla e il gioco per alcuni minuti, ha posto fine al silenzio strisciante e complice di quel mondo del calcio miliardario e corrotto, i cui dirigenti ostentano indifferenza verso il diffuso problema del razzismo negli stadi. Marc Zoro, domenica 27 novembre con il suo gesto semplice e disarmante, ha fermato il Barnum del calcio e detto a chiare lettere che non si può andare avanti così, nell?indifferenza totale. Indicando i tifosi interisti che lo insultavano, ha puntato il dito contro tutte le tifoserie che indirizzano i ?buuu? ai calciatori di colore, soprattutto ha detto basta alla cultura delle noccioline lanciate ai calciatori di pelle nera considerati delle scimmie, e percepita dai media come fattore folcloristico.

Una cultura che ha messo radici profonde negli stadi dove giocano le squadre di serie A, ma anche quelle dei campionati minori dove gli episodi di razzismo sono lampanti, e nessun Zoro può permettersi di fermare il gioco.

Quel gesto ha avuto il merito di suonare la campana ai vertici del calcio italiano, Federcalcio e Lega calcio, che oggi hanno parole di fuoco contro i tifosi, ma fino a ieri facevano gli struzzi, parlando «dei soliti quattro imbecilli che rovinano la festa e nulla hanno a che fare con il calcio». Fanno a gara i dirigenti del calcio italiano, a dichiarare che la partita andava sospesa, che le partite dovranno iniziare in ritardo, che bisogna reagire.

Noi ci auguriamo, davvero, che da domenica le cose cambino, che si cominci a reagire, che la lotta al razzismo negli stadi, ma anche fuori, prosegua con determinazione. Ci auguriamo che al gesto rabbioso di Marc Zoro, seguano quelli meditati di altri calciatori di colore, ma soprattutto di giocatori bianchi compagni di squadra e avversari.

Da domenica, ci auguriamo che siano i beniamini della tifoserie, a prendere la palla con le mani, fermare il gioco e chiedere all?arbitro di sospendere le partite. Ci auguriamo che il velo dell?ipocrisia e dell?indifferenza, cada per sempre. Ci auguriamo che ognuno di noi dica no al razzismo.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.