Non profit

RAZZISMO. I giovani di Nettuno: «Eppure qualcosa qui non va»

Ci scrive un'associazione della cittadina laziale

di Gabriella Meroni

Riceviamo e pubblichiamo questa bella lettera che ci arriva da Nettuno, dove giorni fa tre giovani hanno dato fuoco «per noia» a un cittadino indiano.

«C’è un proverbio che dice: “Chi semina vento raccoglierà tempesta”. E se è vero che nella saggezza popolare si cela sempre un fondo di verità, visti i frutti che hanno portato Nettuno alla ribalta nazionale, non possiamo nascondere ciò che fino ad oggi è stato seminato. Sarebbe esagerato dire che l’assurdo fatto di domenica scorsa fosse prevedibile, ma allo stesso tempo non si può restare insensibili ad una situazione di disagio sociale diffusa, ben più preoccupante e concreta, degli strumentali allarmismi xenofobici che hanno accompagnato le cronache di questi giorni. Ormai da qualche anno lavoriamo sul territorio di Anzio e Nettuno con una certa continuità in particolare con il progetto Biriciclabile, creando opportunità e valore aggiunto concreto per i nostri paesi e le persone che vi abitano. Chi gravita intorno alla nostra associazione ha tra i 20 e i 30 anni e dedica molto tempo delle sue giornate sacrificando studio, lavoro e vita privata.

Nonostante l’età non abbiamo nulla a che fare con chi ha compiuto l’insensato gesto. Nulla. Però, così come loro, percepiamo che qualcosa non va. Nettuno rimane quella ridente cittadina sul mare e niente più per un giovane. È una città di 50.000 abitanti dove non esistono un teatro, un cinema, una biblioteca, una sala studio, un centro aggregativo, mancano servizi, il parco cittadino è in abbandono e deturpato da una colata di cemento che sarebbe dovuta diventare una piscina se non l’avessero fatta sopra un fiume a rischio di sprofondamento, non esiste un piano di smaltimenti dei rifiuti, non esiste un piano di riconversione energetica, non ci sono i soldi per tappare le buche sulle strade, né un piano di mobilità per renderla sostenibile, e tante tante altre cose.

Ma queste purtroppo sono cose dette e stradette, ciclicamente manipolate in clima di campagna elettorale e dimenticate nel corso dei mandati. Nettuno ha vissuto gli ultimi 20 anni all’insegna dello sperpero fino al tracollo finanziario e ai tre anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa da poco conclusi. Esiste un reale scollamento sociale, poca cittadinanza attiva, pochissima responsabilizzazione dei più giovani, ma soprattutto manca completamente un programma, un progetto da qui a dieci anni, un percorso segnabile e condivisibile, in una città che si racconta turistica, ma che non riesce ad uscire dal suo limbo di provincialismo, e dalle piccole logiche di potere. Sullo sciagurato episodio di Nettuno si sono levate immediatamente le voci di tutti quelli che avrebbero dovuto agire per prevenire tutto questo. Ringraziamo le parole di ogni politico o politicante, governatore, ministro o chicchessia, ma non sappiamo veramente cosa farne. Siamo giovani, ma abbiamo sentito già troppe parole nel vento. Di fronte a tutti questi problemi sappiamo di avere un ruolo civile e sociale e cercheremo come associazione di portarlo avanti, consci dell’attitudine comune al lamento, e stupiti di come l’episodio sia stato connotato unicamente a sfondo razzista, lì dove è invece uno dei sintomi di una comunità intera al tracollo: sociale, culturale, economico.

Allora invitiamo tutti, dai loro rispettabilissimi incarichi istituzionali, ad operare per quello per cui designati, seguendo pedissequamente l’appello del Presidente della Repubblica rivolto a chiunque abbia responsabilità istituzionali, culturali ed educative di rimuovere quel vuoto di ignoranza e violenza a cui siamo sottoposti e di cui il “povero” è semplicemente una vittima innocente».
 
Ass. A Ruota Libera Onlus – Nettuno

www.biriciclabile.it

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