Questa pagina è tratta da un libro scritto dal “teologo” Ratzinger nel 1969. Si tratta di Introduzione al cristianesimo, e approfondisce l’intuizione che la natura dell’uomo si compie nella dimensione del dono. Da ricevere, innazitutto.
L’uomo non raggiunge veramente se stesso tramite ciò che fa, bensì tramite ciò che riceve. Egli è tenuto ad attendere il dono dell’amore e non può accogliere l’amore che sotto forma di gratuita elargizione. Non si può “far l’amore” da soli, senza l’altro; bisogna invece attenderselo, farselo dare. E non si può diventare integralmente uomini fuorché venendo amati, lasciandosi amare. Siccome l’amore rappresenta per l’uomo la più alta possibilità e al contempo la più profonda necessità, e l’elemento più necessario è contemporaneamente il più libero e inesigibile, ne consegue appunto che l’uomo, per ottenere la “salvezza”, si trova preordinato al ricevere. Qualora egli rifiuti di sottomettersi a questa legge, ossia ad accettare tale dono, rovina e distrugge se stesso. Un’attività di stampo assolutamente autonomo, che volesse edificare l’esistenza umana unicamente di propria iniziativa, sarebbe una contraddizione in termini… Come ha scritto Loui Evely, «Adamo pensò che Dio fosse un essere indipendente, autonomo, autosufficiente; e per divenire come lui si è ribellato… credendo di diventare Dio, Adamo assunse un atteggiamento totalmente diverso da quello di lui. Si ritirò in scontrosa solitudine, mentre Dio era la comunità per antonomasia».
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