Volontariato

Ratzinger: la prima omelia da papa

«Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero petrino al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle mani della Provvidenza di Dio»

di Gabriella Meroni

Ecco i passi salienti del primo messaggio di Benedetto XVI letto davanti ai cardinali per tracciare le linee primarie del suo pontificato. «Nel mio animo convivono in queste ore due sentimenti contrastanti. Da una parte, un senso di inadeguatezza e di umano turbamento per la responsabilita’ che ieri mi e’ stata affidata, quale Successore dell’apostolo Pietro in questa Sede di Roma, nei confronti della Chiesa universale. Dall’altra parte, sento viva in me una profonda gratitudine a Dio, che – come ci fa cantare la liturgia – non abbandona il suo gregge, ma lo conduce attraverso i tempi, sotto la guida di coloro che Egli stesso ha eletto vicari del suo Figlio e ha costituito pastori». «Carissimi, questa intima riconoscenza per un dono della divina misericordia prevale malgrado tutto nel mio cuore. E considero questo fatto una grazia speciale ottenutami dal mio venerato Predecessore, Giovanni Paolo II. Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte in questo momento particolarmente a me: ”Non avere paura!”. La morte del Santo Padre Giovanni Paolo II, e i giorni che sono seguiti, sono stati per la Chiesa e per il mondo intero un tempo straordinario di grazia. Il grande dolore per la sua scomparsa e il senso di vuoto che ha lasciato in tutti sono stati temperati dall’azione di Cristo risorto, che si e’ manifestata durante lunghi giorni nella corale ondata di fede, d’amore e di spirituale solidarieta’, culminata nelle sue solenni esequie. Possiamo dirlo: i funerali di Giovanni Paolo II sono stati un’esperienza veramente straordinaria in cui si e’ in qualche modo percepita la potenza di Dio che, attraverso la sua Chiesa, vuole formare di tutti i popoli una grande famiglia, mediante la forza unificante della Verita’ e dell’Amore (cfr Lumen gentium, 1). Nell’ora della morte, conformato al suo Maestro e Signore, Giovanni Paolo II ha coronato il suo lungo e fecondo Pontificato, confermando nella fede il popolo cristiano, radunandolo intorno a se’ e facendo sentire piu’ unita l’intera famiglia umana». «Sorprendendo ogni mia previsione, la Provvidenza divina, attraverso il voto dei venerati Padri Cardinali, mi ha chiamato a succedere a questo grande Papa. Ripenso in queste ore a quanto avvenne nella regione di Cesarea di Filippo, duemila anni or sono. Mi pare di udire le parole di Pietro: ”Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e la solenne affermazione del Signore: ”Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero’ la mia Chiesa… A te daro’ le chiavi del regno dei cieli” (Mt 16, 15-19). Tu sei il Cristo! Tu sei Pietro! Mi sembra di rivivere la stessa scena evangelica; io, Successore di Pietro, ripeto con trepidazione le parole trepidanti del pescatore di Galilea e riascolto con intima emozione la rassicurante promessa del divino Maestro. Se e’ enorme il peso della responsabilita’ che si riversa sulle mie povere spalle, e’ certamente smisurata la potenza divina su cui posso contare: ”Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero’ la mia Chiesa” (Mt 16,18). Scegliendomi quale Vescovo di Roma, il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto ”pietra” su cui tutti possano poggiare con sicurezza. Chiedo a Lui di supplire alla poverta’ delle mie forze, perche’ sia coraggioso e fedele Pastore del suo gregge, sempre docile alle ispirazioni del suo Spirito. Mi accingo a intraprendere questo peculiare ministero, il ministero petrino al servizio della Chiesa universale, con umile abbandono nelle mani della Provvidenza di Dio. E’ in primo luogo a Cristo che rinnovo la mia totale e fiduciosa adesione: ”In Te, Domine, speravi; non confundar in aeternum!».


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