Food
Rating sociale, vincono bollicine, caffè e pasta
La classifica di VITA nel settore alimentare premia Coca Cola Hbc, Lavazza e Barilla. Seguono altri grandi nomi come Cereal Docks e Parmalat. Al palo Agricola Tre Valli. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale con processi innovativi, ma di generare valore per le persone e i territori di cui si è parte
La seconda puntata del nostro viaggio nel rating sociale delle imprese italiane fa tappa nel mondo dell’alimentare. È il settore andato meglio tra le “4A” considerate in questo lavoro. Il campo base è il numero di ottobre del magazine, che ha proposto un’indagine sulla sostenibilità sociale di 40 aziende del made in Italy nei settori automotive, alimentare, arredamento e abbigliamento. Questa specifica parte della responsabilità sociale d’impresa è nota anche come “S esterna”, dall’acronimo Esg – Environment, social, governance e prende in considerazione attività, obiettivi e impatti delle iniziative aziendali per la comunità e il territorio in cui operano.
Da zero a dieci
Se nella prima puntata, l’automotive aveva mostrato parecchi punti di difficoltà, nel settore del food i punteggi crescono parecchio. Tra le dieci aziende considerate, infatti, solo due hanno totalizzano zero punti in ognuna delle cinque categorie, non mostrando nei loro canali ufficiali (report di sostenibilità e sito corporate) elementi sulla strategia di sostenibilità sociale esterna. Le prime società quattro, invece, hanno ottenuto un punteggio superiore al 7, superando ampiamente la sufficienza, con anche una punta di perfezione sfiorata. Le altre si sono avvicinate al 6, trovando molti zero “solo” nel campo della comunicazione diretta. Questo settore, dunque, può considerarsi sulla buona strada dal nostro punto di vista.
Bando al social washing
L’evoluzione del problema è chiara: le aziende tendono a puntare tutto sugli obiettivi ambientali oppure sul “benessere” dei dipendenti (aspetti evidentemente fondamentali), ma spesso e volentieri sottodimensionano le altre voci della S: «La componente “esterna” della S è quella su cui è sempre stato più complesso individuare standard di valutazione e rendicontazione condivisi. Ed è anche uno dei terreni sui quali è più facile incappare nel social washing, motivo per cui molte aziende tendono a stare molto “abbottonate” su questo versante.
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