Cultura

Ratifica sì, ma con giudizio

Le adozioni in Italia saranno piu' veloci e sicure

di Redazione

Battute finali alla Camera per la ratifica definitiva della Convenzione dell?Aja sulle adozioni internazionali. Finalmente anche l?Italia, dopo cinque anni di attesa, accoglie la normativa che già in decine di stati del mondo regolamenta le adozioni internazionali tramite una serie di severi controlli tesi a eliminare il traffico di bambini e le organizzazioni poco serie che speculano sulle attese e sui desideri di tante coppie. La data prevista per l?approvazione è il prossimo 8 luglio, a meno di ulteriori ritardi, o al contrario di opportune modifiche: sono quelle che alcune associazioni invocano.
Se infatti tutto l?associazionismo che si occupa di adozione accoglie con soddisfazione la ratifica della Convenzione, alcune organizzazioni suggeriscono modifiche al disegno di legge di ratifica.
Le critiche sono essenzialmente due: la prima riguarda l?articolo 37, che sancisce la possibilità per l?adottato di conoscere i propri genitori biologici. Un?ipotesi combattuta da Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive affidatarie, tel. 011/ 8122327) e Nova (Nuovi orizzonti per vivere l?adozione, tel. 011/2487656), che chiedono al Parlamento il riesame di questo punto. Non solo. Alla battaglia si unisce anche l?Associazione dei figli adottivi adulti, legata all?Anfaa, che ha inviato una lettera ai presidenti dei gruppi della Camera, chiedendo che si ritorni alla formulazione dell?articolo 37 già passata in Senato, laddove si stabiliva invece l?impossibilità per l?adottato di conoscere l?identità di chi ha deciso di non crescerlo.
«L?articolo 37, se approvato, metterebbe in discussione il pieno valore della filiazione e della genitorialità adottiva» si legge nella lettera. «Il figlio potrebbe infatti non sentirsi mai completamente figlio, altalenato tra due famiglie; la famiglia adottiva sarebbe relegata a un ruolo di serie B rispetto alla famiglia biologica; la mamma biologica sarebbe sempre esposta alla minaccia di dover affrontare il riemergere di un doloroso passato». Per aderire alla richiesta di Anfaa e Nova, è sufficiente contattare le due associazioni al più presto, prima che termini la discussione alla Camera.
L?altro punto contestato riguarda invece uno dei capisaldi del disegno di legge sulla Convenzione dell?Aja, cioè il fatto che dalla ratifica in poi a ?gestire? le adozioni internazionali, facendo da intermediari, saranno soltanto gli enti autorizzati, e non altri. L?associazione Famiglie per l?accoglienza (tel. 02/ 7381551), che non rientra in questo elenco ma svolge da anni un?opera analoga a quella degli enti autorizzati, chiede però uno spiraglio per poter lavorare come ha fatto fino ad oggi. «Non è vero che tutte le realtà al di fuori degli enti autorizzati siano poco serie o inaffidabili» dice una dei responsabili, Maria Grazia Pecorari. «Per questo chiediamo che non venga instaurato un regime di monopolio a favore di pochi, che penalizza in definitiva soltanto le coppie riconosciute idonee all?adozione». In particolare, l?associazione chiede che venga costituito un canale pubblico accanto agli enti autorizzati, e che a questi non vengano affidati tutti i procedimenti adottivi iniziati. Il carico di lavoro cui sarebbero sottoposti, secondo l?associazione, creerebbe infatti un intasamento tale da ?bloccare? molte famiglie, facendo scadere il periodo entro il quale chi è riconsciuto idoneo all?adozione deve essere abbinato a un bambino. Infine, le Famiglie per l?accoglienza chiedono anche di poter continuare a svolgere il proprio lavoro di formazione delle coppie, che secondo il disegno di legge passerebbe invece solo agli enti autorizzati. ?

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