Non profit

Rassegna stampa: rapiti e dimenticati

Triste silenzio dei giornali sui cinque cooperanti rapiti in Somalia

di Redazione

Rassegna stampa a cura della redazione di Vita,

Sintesi di Franco Bomprezzi

Qualcosa non funziona nell’informazione italiana, se è vero che dal 21 maggio scorso due cooperanti italiani, Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, sono nelle mani di rapitori somali, e se è vero che ieri si è saputo del rapimento di altri cinque cooperanti, quattro uomini e una donna, questa volta somali, senza che questa notizia riuscisse a scalfire il muro di carta delle edizioni dei quotidiani di oggi.
Partiamo dunque da qui. Il Corriere della Sera pubblica solo un breve pezzo siglato dall’inviato in Africa Massimo Alberizzi, che normalmente è attentissimo a raccontare vicende di questo genere: in poche righe il giornalista riesce comunque a dare il senso della notizia e a citare anche l’ong italiana Water for life, e il premio che due somali avrebbero dovuto ricevere a Bolzano (vedi il servizio di Emanuela Citterio in home page di Vita.it). Su la Repubblica non c’è traccia della notizia (mentre clamorosamente l’edizione on line del quotidiano ospita addirittura un’intervista di Claudia Fusani a Elio Sommavilla, fondatore di Water for life). Neppure il Giornale ne parla. E nemmeno la Stampa. Dobbiamo dunque affidarci ad Avvenire: boxino in prima pagina e poi tra gli editoriali a pagina 2 Giulio Albanese fa il punto della situazione in Somalia, dove pur tra i nuovi sequestri ora «si vede un tenue bagliore di luce». Del sequestro di ieri, solo un breve accenno nell’attacco: «È di ieri il rapimento di alcuni volontari locali di una ong italiana, mentre infuriano i combattimenti con decine di vittime. La Somalia è ridotta allo sfacelo totale». Il «bagliore di luce» è dettato dalla «voglia di cambiamento di alcune componenti significative del paese», quelle che hanno voluto l’accordo del 9 giugno, firmato con l’appoggio di molti membri della Corti islamiche, della società civile e di ampi settori della diaspora. Quindi Albanese rilancia il giudizio di Mario Raffaelli, inviato speciale del governo italiano: «per favorire la positiva evoluzione della situazione è necessaria tempestività e concretezza nell’applicare l’accordo di Gibuti, il cui fallimento aprirebbe la strada a scenari imprevedibili. Molto dipenderà dal ruolo che svolgerà la comunità internazionale». La storia è raccontata a p. 14: nel servizio i rapiti sembrerebbero 5, i due cooperanti che dovevano venire in Italia, l’autista, un collaboratore e un cooperante Fao. Nelle mani dei rapitori al momento in Somalia oltre a loro ci sono i due italiani, un britannico, un keniano, altri tre operatori umanitari somali, senza contare i due esperti delle nazioni unite rapiti sabato e rilasciati dopo poche re grazie al pagamento di un riscatto. «La mancanza di un governo forte ha reso il paese particolarmente insicuro per gli operatori umanitari chiamati a sostenere quasi 2 milioni tra profughi e sfollati a rischio malnutrizione. Quello dei sequestri è divenuto un business redditizio».

E inoltre oggi vi segnaliamo:
La Repubblica
– Sui rom un pezzo di Cristina Zagaria (attacco in prima, poi a p. 11): “Tra i nomadi per l’operazione impronte “Niente paura, è un censimento all’italiana”; Clima rilassato a Napoli, fra rom e polizia. Rilassato e anche di più. Basta ascoltare Nenat, 27 anni, da 17 in Italia: è «il solito censimentello all’italiana… C’è un vento politico per cui noi nomadi siamo un problema, e per mettere a tacere l’opinione pubblica ci schedano. Noi li assecondiamo, perché non ci conviene creare un clima di tensione. Tra qualche mese tanto sarà passato tutto. Voi italiani avrete il vostro bel censimento e noi la solita vita. Servisse davvero a qualcosa sarei il primo a dare le impronte digitali dei miei bambini».

Corriere della Sera – Documentatissimo pezzo di Luigi Ferrarella sui tagli previsti alle spese per la giustizia. “I tagli faranno più male della blocca processi”. Nella manovra finanziaria del governo organici ridotti del dieci per cento, turnover bloccato, nessuna assunzione di cancellieri, spese decurtate, ma politici, avvocati e magistrati tacciono.

Avvenire – Due pagine sulla famiglia, pp. 6-7, con grande enfasi ai dati Istat resi noti ieri ma relativi alle nascite nel 2006. In sintesi: 560.010 nati, 34mila più del minimo storico del 1995; età media delle madri è 31 anni, sono una mamma su dieci ha meno di 25 anni, quelle over 40 sono state 27.938, il 5%, il doppio rispetto al 1995. Raddoppiati anche i fgili nati fuori dal matrimonio, nel 2006 sono il 16,7%, con primato alle Marche. Straniero un nuvo nato su dieci. A box si segnala l’accordo stipulato ieri Italia Lavoro e la Liuc per svolgere una ricerca su conciliazione tempi lavoro e famiglia. Risultati entro marzo 2009.

Avvenire – Rifiuti, p. 11. Cresce in Italia la differenziata di carta e cartone. Lo dice il 13° rapporto Comieco presentato ieri a Roma. Nel 2007 raccolte 2milioni 800mila tonnellate di carta, dato che ha consentito di evitare la costruzione di 22 discariche. A fronte delle 4,6milionid i tonnellate di imballaggi prodotti, il 70% viene riciclato. Il dat complessivo del recupero è del 78%, ben sopra l’obiettivo del 60% fissato per il 2008 dall’Ue. L’Italia è terza in Eu, dopo Germanie a Francia. Ogni cittadino ha recuperato in media 44,6 kg di carta; i più virtuosi stanno in Trentino e Vlle d’Asta, ultime la Sicilia e il Molise. Per il 2008 previsto ancora un +8%.

Il Sole 24 ore – Bruciati in sei mesi 13 miliardi dei patrimoni delle grandi fondazioni a causa del crollo delle banche in Borsa. Lo rivela l’Acri: dei 45 miliari in cassa al 31 dicembre 2007 oggi alle fondazioni di Intesa San Paolo, Unicredit Mps e Carige mancano 13 mld, che diventano 15 se si aggiungono le fondazioni minori. In fumo un terzo del “tesoro”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.