Economia

Rassegna stampa: la Cassazione e i rom

Non discriminare i rom, ma chi ruba. La sentenza della Corte fa discutere

di Redazione

Rassegna stampa a cura di Franco Bomprezzi

Anche la Corte di Cassazione spiana la strada alla Lega nell’offensiva anti-rom. Il Corriere della Sera segnala in prima pagina, di spalla: “Legittimo discriminare chi ruba”, e a pagina 19 Alessandra Arachi spiega la sentenza con la quale la Suprema Corte assolve il sindaco di Verona, condannato a Venezia a due mesi di reclusione per discriminazione razziale. Sotto accusa la raccolta di firme e la campagna di manifesti contro i campi nomadi, con frasi come: “Gli zingari devono essere mandati via perché dove arrivano ci sono furti”. La Cassazione scrive che la discriminazione per comportamento delittuoso è possibile. “Ovvero non puoi essere discriminato perché sei zingaro – spiega il Corriere della Sera – Ma se sei ladro sì. E poco è importato ai giudici togati che Flavio Tosi aveva sostenuto in buona sostanza che tutti gli zingari sono ladri”.
E in un box a lato ecco le conseguenti dichiarazioni del sindaco di Verona intervistato da Roberto Rizzo: “La sentenza della Cassazione è un’importante pagina di democrazia. La suprema corte ha rimesso le cose a posto rispetto ad una visione politicizzata della magistratura che ha cercato il processo per condannare le idee. per fortuna, non tutti i magistrati fanno politica”. E più avanti: “Queste sono le mie idee e di migliaia di cittadini – continua Tosi – che dopo la condanna a sei mesi in primo grado, mi votarono avendo capito la mia battaglia contro i campi nomadi. Perché questi sono un concentrato di soggetti, non tutti ma la maggior parte, che vivono nell’illegalità. Quella dei rom è un’emergenza nazionale, non è un problema di immigrazione ma di stili di vita. I campi nomadi sono un fenomeno sbagliato e e pericoloso, per chi vive dentro e per il resto della cittadinanza”. A Verona, conclude “a parte un campo sinti che esiste da 30 anni e che non crea turbative nella cittadinanza, per gli insediamenti illegali non c’è spazio. Appena ricevo una segnalazione mando le ruspe a radere al suolo tutto. Per i rom che delinquono a Verona non c’e’ spazio”.
Mentre La Stampa mette la notizia in un catenaccio a pagina 12, la Repubblica ne parla dandole più peso, a p. 9, con Concetto Vecchio, “Cassazione: se sono ladri legittimo discriminare i nomadi”. Che scrive: «La discriminazione – sentenzia la Cassazione – si deve fondare sulla qualità del soggetto (nero, zingaro, ebreo, eccetera) e non sui comportamenti». Ovviamente soddisfatto il sindaco Tosi: «I giudici hanno riconosciuto che il mio fu un atto di democrazia. Avevamo avviato una raccolta di firme per ripristinare la legalità, denunciando un grave problema. Ora la Cassazione riconosce, anche implicitamente, una situazione comunemente nota a Verona e più volte accertata dall’autorità giudiziaria e cioè che all’interno dei campi rom vi sono molti dediti sistematicamente ad attività criminose».
E il Giornale in prima, a metà pagina, mette la sentenza della Cassazione con titolo “Non è reato discriminare il rom che ruba”. Fin dal lancio in prima spiega che la discriminazione causa altrui diversità «è cosa ben diversa dalla discriminazione per altrui criminosità» e subito riporta di un boss romeno (peraltro non Rom…) accusato di gestire un giro di baby prostitute e scarcerato a Roma per decorrenza dei termini dopo 18 mesi di processo inutile, visto che ad ogni udienza c’era un collegio di giudici diverso. L’articolo de Il Giornale (p. 11) poi sottolinea che quelle rese note ieri sono le motivazioni di una sentenza di dicembre, quindi slegate dall’attualità, per di più relative a manifesti del 2001 che ponevano un nesso tra arrivo degli zingari e furti in loco. Anche qui riportato semplicemente uno stralcio della motivazione, senza commenti né enfasi: «un soggetto può essere legittimamente discriminato per i suoi comportamenti ma non per le sue qualità di essere diverso».

E inoltre dai quotidiani di oggi vi segnaliamo:

il Giornale Esce oggi negli Usa un volume di 700 pagine a cura dell’esercito per fare il mea culpa sulla guerra in Iraq. Il colonnello Thomas Torrance per esempio ammette che i 18 mesi successivi all’annuncio del “missione compiuta” di Bush furono gestiti senza nessuna road map: «Ok, siamo a Baghdad, cosa facciamo ora? A questa domanda, in nessuno dei nostri incontri, venne fuori una buona risposta». Oppure ancora un altro colonnello, Troy Perry: «Ci eravamo addestrati duramente, il problema è che lo avevamo fatto per le problematiche sbagliate». In sostanza, commenta Matteo Buffolo: «di errori ne sono stati commessi a bizzeffe, ma si sa, è inutile piangersi addosso. L’importante è imparare. E i risultati degli ultimi anni sembrano indicare che “the Army” è sulla strada giusta».

il Sole 24 ore – a pag. 23 un intervento di Aldo Soldi: «Così le cooperative sono un vantaggio per il paese» in cui si difende dagli attacchi di Ue e governo presentando un’anteprima dei numeri di Coop così come emergeranno dal rapporto annuale nazionale che sarà presentato l’11 luglio: inflazione nei supermercati coop contenuta all’1,2% contro un dato Istat del 2,9%, 3000 iniziative sociali organizzate dai soci nei territori. Eppure, dice, il governo italiano colpisce chirurgicamente le coop della grande distribuzione con tre misure (tassa gli interessi sul prestito sociale, riduce l’agevolazione Ires, tassa gli utili al 5% per due anni). Allora, proposta di Soldi: convocare tutte le imprese della GdO e concordare con loro un intervento straordinario a favore del potere di acquisto delle famiglie con basso reddito.

la Repubblica. interessante pezzo di Tito Boeri (richiamato in prima) e poi a p. 23: “La Robin tax è solo marketing”. Le tasse aumenteranno, magari mascherate da aumenti dei beni e servizi. E nel Dpef scoperte spiacevoli: «solo il 5 per cento del gettito della Robin Hood Tax verrà destinato ai buoni pasto per i poveri. Spenderemo per loro molto meno di quanto destinato a mantenere in vita Alitalia per 3 mesi». Occorrerebbe interventi mirati sui meccanismi di spesa, e fa l’esempio della scuola: spendiamo il 10% del Pil (4° paese europeo) e raggiungiamo risultati formativi che ci collocano fra gli ultimi.

La Stampa A p.13 scioccante reportage da Lampedusa sul traffico degli immigrati libici protagonisti, grazie al doppio gioco con l’Ue di Gheddafi, visto dalla parte delle donne. A partire dalla storia di Amina, che ha raccontato le immani e ripetute violenze subite da scafisti e trafficanti di tappa in tappa dalla Nigeria fino in Italia.


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