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Rassegna stampa: i milioni della Thyssen

Al centro dell'attenzione dei giornali di oggi il mega risarcimento per la strage nella fabbrica di Torino

di Redazione

Rassegna stampa a cura della redazione di Vita

Sintesi di Franco Bomprezzi

Oggi è il giorno dell’udienza preliminare del processo per la strage della Thyssenkrupp. L’incendio nello stabilimento torinese avvenne tra il 6 e il 7 dicembre scorso. Ora, senza clamore, una notizia importante, alla quale il Corriere della sera dedica l’apertura di pagina 21: “Thyssen, tredici milioni ai familiari”, con un lungo servizio di Vera Schiavazzi. Il processo dovrà accertare le responsabilità penali, ma farà sicuramente discutere la decisione dei familiari di accettare la liquidazione record. “E’ un grande risultato – dice Renato Ambrosio, il civilista che ha condotto la trattativa per conto di tutti gli avvocati che rappresentavano vedove, fratelli, orfani, genitori – è chiaro che è stata implicitamente accolta la nostra richiesta di danno punitivo”. Di un danno – spiega il servizio – mai applicato nel diritto italiano, quello che non risarcisce soltanto la perdita della singola famiglia, ma serve a dissuadere un’azienda, e dunque tutte le aziende, dalla violazione delle norme di sicurezza.

Avvenire ne parla a p. 14: “dall’azienda maxi risarcimento”. L’avvocato Renato Ambrosio, che ha coordinato i legali delle famiglie, spiega che la somma è «di gran lunga superiore alle tabelle standard dei tribunali italiani», poiché «per la prima volta si riconosce il principio del rispetto della dignità delle persone».
Mentre la Repubblica ha anticipato ieri la notizia, la Stampa non tratta l’argomento nel quotidiano in edicola, ma solo nell’edizione on line. Su il Giornale i milioni del risarcimento salgono a 14, in un pezzo a pagina 16.

Su il manifesto L’avvio del processo Thyssen e il risarcimento hanno un piccolo richiamo in prima e un servizio a pagina 8 dal titolo “La strage alla sbarra”, i familiari delle vittime escono dal processo. Nell’articolo di Manuela Cartosio si legge che: alcuni degli operai preparando la costituzione di parte civile in assemblea – racconta l’avvocato Bonetto – hanno fatto autocritica, ammettendo che in quelle condizioni avrebbero dovuto rifiutarsi di lavorare. Così chiude il pezzo: «Le multinazionali non fanno autocritica. “L’unico modo per farle cambiare è condannarle in un processo”».

Rimane alta l’attenzione alle norme annunciate dal ministro dell’Interno Roberto Maroni in materia di schedatura dei minori rom. Il Corriere della Sera dà ampio risalto all’editoriale di Famiglia Cristiana che denuncia “il silenzio assordante contro l’indecente proposta di Maroni”, ma propone anche una intervista di Fiorenza Sarzanini al ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini: “Sono perfettamente d’accordo con Roberto Maroni (sulle impronte, ndr): è l’unico modo per riuscire a identificarli e dunque far sì che vengano rispettati i loro diritti, primo fra tutti quello di andare a scuola”.
“I crimini dei nomadi” si intitolano le due pagine in cui Il Giornale dà conto di una storia accaduta a Verona dove sono stati arrestati otto nomadi accusati di obbligare i bambini a svaligiare gli appartamenti guidandoli con il cellulare. Se i bambini si rifiutavano: botte e stupri.
Fondo di Maria Giovanna Maglie in risposta a Famiglia Cristiana, parte da quanto disse il Papa ai seminaristi nel Salento “volontariato e assistenza non vogliono dire assistenzialismo e pietismo”.
E poi un box di numeri: 160mila la stima di rom , sinti e camminanti in Italia, 70mila i nomadi con cittadinanza italiana, 90 mila i nomadi dai Balcani, 60mila che arrivano da Romania, 50mila la stima dei rom under 14, il 60% dei rom in Italia ha meno di 18 anni.

Anche il Sole 24 ore dà spazio alle critiche di Famiglia Cristiana a Maroni e soprattutto ai ministri cattolici, rei di non aver alzato un dito contro il piano dell’Interno. Il quotidiano economico propone una tabella su quanti sono i rom in Italia regione per regione: record di presenze nel Lazio, segue la Lombardia. In totale i nomadi italiani e stranieri regolarmente residenti in Italia sarebbero circa 41mila, ma sono stime. Inoltre si spiega qual è il regolamento Ue citato ieri da Maroni sulla schedatura biometrica degli extracomunitari: prevede, dal 19 maggio, la possibilità di inserire nei permessi di soggiorno impronte digitali e foto degli stranieri, dai 6 anni in su.

Su la Repubblica Francesco Bei: Famiglia Cristiana attacca Maroni “Razzismo le impronte ai bimbi rom”; Bei insiste sulla seconda bocciatura del governo “cattolico” da parte del settimanale paolino. Riporta ampie citazioni dell’editoriale e le reazioni di Maroni («La nostra iniziativa di censire chi vive nei campi nomadi, adulti o minori, è ineludibile»), della Gelmini («Proprio in quanto cattolica sento come un dovere morale occuparmi di questi bambini in questo modo e condivido il piano Maroni»), di Ronchi («È sacrosanto essere duri, ferrei, verso tutto ciò che è illegale e clandestino»: da notare la scelta linguistica, mai neutra). Dello stesso tenore difensivo la Mussolini (definisce l’editoriale «un misto di confusione e intolleranza») e Giovanardi (che benignamente si interroga: «Dopo aver respinto con rabbia e sdegno la delirante accusa di Famiglia Cristiana di essere un governo più o meno nazista, mi chiedo che cosa abbia più a che fare con la famiglia e con i cristiani questo settimanale»…).

Sempre su la Repubblica, Paolo Berizzi intervista il parroco di Maroni (L’imbarazzo del parroco di Bobo “Il suo intento è buono, però ci ripensi”). «Un conto è la religione, un conto è la politica», poi però ammette che ci sono dei pro e dei contro: «Non mi sta bene che venga violata la personalità ma c’è anche l’esigenza di tutelare i minori che, come nel caso di Verona, vengono costretti a mendicare con minacce e violenze».

Su il manifesto da segnalare il commento di Vincenzo Spadafora (Presidente di Unicef Italia) “Dalla parte dei bambini rom” «La nostra – scrive – non è e non vuole essere una battaglia politica, bensì un modo per rimettere al centro alcune priorità che la politica stessa, troppo spesso a prescindere dal colore partitico, parrebbe dimenticare». Spadafora dopo aver osservato che i bambini rom vivono in condizioni al limite dell’umanità si chiede: «Può una schedatura, e quindi una misura meramente repressiva, avere l’effetto di emancipare la loro condizione? O a questo ragionamento manca piuttosto la pars costruens?». Rivendica altresì il ruolo di Unicef perché anche in Italia la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia fosse approvata dall’Onu e poi ratificata, e in seguito perché divenisse parte del patrimonio culturale per garantire a tutti gli stessi diritti.

E oggi vi segnaliamo anche:
la Repubblica A Cerignola (Foggia), un cane pastore tedesco è stato citato a giudizio per aver stuprato una cagnetta (che è stata poi sottoposta a aborto chirurgico).

Il Sole 24 ore In prima un articolo di John Elkann sul ruolo del nonno Gianni Agnelli come “ponte” tra Italia e USA; sempre in prima, un fondo sulla TAV che ribadisce i dubbi sull’accordo raggiunto in quanto farebbe schizzare in alto i costi.

Il Giornale Ora la pasta diventa un piatto da ricchi. Prezzi alle stelle: +22%. e Luca Doninelli in un fondo si domanda: «Ci rassegneremo a un calo di qualità verso marche inferiori?»

Avvenire Primo piano sull’Olanda, dove da oggi è vietato fumare tabacco nei locali pubblici, mentre continua ad essere consentito fumare marijuana (a patto che sia “pura” e non mischiata col tabacco come succede di solito). Intervista al ministro della Giustizia Ernst Hirsch Ballin che è autore di una sorta di retromarcia sul permissivismo a 360 gradi: a marzo ha chiuso i coffee shop vicino alle scuole, proibito il consumo di cannabis ai poliziotti, anche fuori lavoro, ridotto di un terzo le vetrine del sesso… Ora annuncia una ricerca sugli effetti della legge che consente le adozioni a coppie omosessuali: «presto renderemo pubblici i risultati che, mi creda, faranno riflettere».

La Stampa Un pezzo di Muhammad Yunus, il banchiere bengalese fondatore della Grameen Bank, che oggi presta denaro a sette milioni di poveri. Il tema del suo intervento è proprio la povertà. Dice «Non si può affrontare il problema della miseria all’interno del capitalismo ortodosso. Occorrono gli imprenditori sociali». Oltre al microcredito c’è un altro tipo di business sociale su cui sta andando avanti Yunus: «quello in cui la proprietà totale o parziale di un’impresa è dei poveri, che comprano le azioni con denaro proprio o regalato». Grameen ha creato due società di questo tipo: una fabbrica di yogurt speciale, destinata a sfamare i bambini malnutriti in Bangladesh e una catena di cliniche oftalmiche per operare di cataratta diecimila persone l’anno a prezzi differenziati per ricchi e poveri. Occorre una borsa sociale, si spinge avanti Yunus… insomma: un pezzo da leggere per intero.

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