Cultura

Rapporto Unhcr: diminuiscono i rifugiati aumentano gli sfollati

Per il rapporto statistico annuale pubblicato dall'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) a fine 2005 il numero dei rifugiati nel mondo ha toccato il livello più basso da 26 anni

di Paul Ricard

In base al rapporto statistico annuale pubblicato oggi dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), alla fine del 2005 il numero dei rifugiati nel mondo ha toccato il livello più basso da 26 anni a questa parte, mentre la cifra complessiva delle persone sradicate di cui l’Agenzia si occupa è cresciuta fino a raggiungere quasi le 21 milioni di unità. Tale aumento è dovuto principalmente all’ampliamento della responsabilità dell’Agenzia nei confronti degli sfollati – persone fuggite per le stesse ragioni dei rifugiati, ma che si trovano ancora all’interno del proprio paese. Il rapporto dell’UNHCR “2005 Global Refugee Trends” afferma che, nonostante la diminuzione del numero dei rifugiati – dai 9,5 milioni di fine 2004 agli 8,4 milioni dell’anno successivo – il numero complessivo delle persone di cui l’Agenzia si occupa è cresciuto di 1,3 milioni, passando da 19,5 milioni ai 20,8 milioni della fine del 2005. Tale incremento si spiega soprattutto con l’aumento del numero di persone che vivono in condizioni simili a quelle dei rifugiati, all’interno del proprio paese. Attualmente l’UNHCR si occupa di 6,6 milioni di sfollati in 16 paesi, mentre alla fine del 2004 erano 5,4 milioni in 13 paesi. “Mentre ci avviciniamo alla Giornata Mondiale del Rifugiato, che sarà celebrata il prossimo 20 giugno, le buone notizie sono costituite dal fatto che il numero globale dei rifugiati è il più basso dal 1980, che lo scorso anno è stato registrato il numero più basso di persone fuggite dal proprio paese da 29 anni a questa parte e che dal 2002 oltre 6 milioni di rifugiati hanno potuto far ritorno nel proprio paese” ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “Attraverso il rimpatrio volontario, l’integrazione locale nel paese di primo asilo o il reinsediamento in un paese terzo, siamo impegnati a cercare soluzioni durature per milioni di rifugiati in tutto il mondo” ha aggiunto l’Alto Commissario. “Tuttavia, la cattiva notizia è che purtroppo la comunità internazionale ha ancora un lungo cammino davanti a sé prima di risolvere la drammatica condizione di milioni di persone sfollate all’interno del proprio paese, in luoghi come la regione sudanese del Darfur, l’Uganda e la Repubblica Democratica del Congo” ha proseguito Guterres. “L’UNHCR ha assistito centinaia di migliaia di sfollati a rientrare nelle proprie case in Liberia, nella Federazione Russa, nei Balcani e in altre regioni del mondo, ma altri milioni di sfollati vivono ancora come rifugiati all’interno dei confini del loro stesso paese. Essi hanno bisogno di un aiuto molto maggiore di quello che ricevono attualmente e l’UNHCR intende fare la sua parte”. L’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati, ha cominciato la propria attività nel 1951 con il mandato di proteggere e perseguire soluzioni per i rifugiati – persone che hanno attraversato frontiere internazionali per fuggire da violenze e persecuzioni nel proprio paese. Negli ultimi trent’anni l’Agenzia si è occupata anche dell’assistenza di specifiche popolazioni di sfollati ed oggi è chiamata a svolgere un ruolo sempre più attivo nell’assistenza agli sfollati di tutto il mondo, il cui numero è stimato tra i 20 e i 25 milioni. Gli sfollati – chiamati anche “rifugiati interni” – non rientrano nel dettato della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, poiché non hanno lasciato il proprio paese, ma devono spesso affrontare gli stessi problemi dei rifugiati. Lo scorso anno, le Nazioni Unite hanno rafforzato il loro sforzo di collaborazione al fine di occuparsi della situazione di un numero maggiore di sfollati, assegnando specifici compiti settoriali a varie agenzie dell’ONU. All’UNHCR è stato assegnato un ruolo guida nei settori della protezione, della gestione dei campi e degli alloggi d’emergenza. I 6,6 milioni di sfollati costituiscono il 32 per cento del totale delle persone di cui al momento l’UNHCR si occupa – 20,8 milioni in tutto – mentre i rifugiati costruiscono il 40 per cento del totale. Il restante 28 per cento include i rifugiati e gli sfollati che sono rientrati nel proprio paese o nelle proprie aree d’origine e che hanno ancora bisogno di assistenza (1,6 milioni), i richiedenti asilo (773mila), gli apolidi – coloro cioè che nessuno stato riconosce come propri cittadini – (2,4 milioni) e altre categorie di migranti forzati come coloro che non hanno la possibilità di chiedere asilo pur avendo bisogno di protezione internazionale (960mila). Tra le persone “di competenza” dell’UNHCR non sono inclusi i 4,3 milioni di rifugiati palestinesi che si trovano in Libano, Siria, Giordania, Cisgiordania e nella striscia di Gaza, di cui invece si occupa l’UNRWA, l’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi del Vicino Oriente. La grande maggioranza dei migranti forzati di tutto il mondo si trova ancora nei paesi in via di sviluppo. In base al rapporto dell’UNHCR, quasi la metà delle persone di cui l’Agenzia si occupa appartiene a cinque sole nazionalità: afghani (2,9 milioni), colombiani (2,5 milioni), iracheni (1,8 milioni), sudanesi (1,6 milioni) e somali (839mila). La Colombia, con oltre 2 milioni di sfollati al suo interno, è il paese che alla fine del 2005 ospitava la più numerosa popolazione di competenza dell’UNHCR, seguita da Iraq (1,6 milioni), Pakistan (1,1 milioni), Sudan (1 milione) e Afghanistan (912mila). Il rapporto – compilato dalla Sezione Field Information and Coordination Support dell’UNHCR – afferma inoltre che nel 2005 il numero globale di rifugiati, coloro che hanno attraversato un confine internazionale, è diminuito per il quinto anno consecutivo. Dal 2001 alla fine del 2005, il numero dei rifugiati è sceso del 31 per cento, passando da 12,1 milioni a 8,4 milioni. Nel 2005, tale diminuzione è stata registrata in tutte le cinque macroregioni prese in esame nel rapporto statistico, con punte del 19 per cento in Africa Occidentale e nella regione chiamata CASWANAME, che comprende Asia Centrale, Asia Sud-Occidentale, Africa Settentrionale e Medio Oriente. Nonostante in entrambe queste regioni si siano svolte massicce operazioni di rimpatrio, esse continuano ad ospitare i due terzi dei rifugiati di tutto il mondo. In Europa – continente che ospitava circa un quarto dei rifugiati del mondo – durante il 2005 il numero dei rifugiati è diminuito del 15 per cento. Nella regione Asia-Pacifico si trova il 10 per cento dei rifugiati di tutto il mondo e nelle Americhe il 7 per cento. Nonostante l’Afghanistan si confermi il paese d’origine del maggior numero di rifugiati – 1,9 milioni in 72 paesi d’asilo – durante lo scorso anno il numero complessivo dei rifugiati afghani è diminuito del 21 per cento, a seguito del programma di rimpatrio tuttora in corso, grazie al quale dal 2002 4,6 milioni di persone hanno potuto far ritorno nel paese. Le operazioni di rimpatrio dell’UNHCR hanno inoltre dato luogo alla riduzione del numero dei rifugiati burundesi (-10%) e liberiani (-31%). Degli 1,1 milioni di rifugiati che lo scorso anno sono rientrati nel proprio paese, 752mila sono ritornati in Afghanistan, 70mila in Liberia, 68mila in Burundi, 56mila in Iraq e 54mila in Angola. In tutto, sono state 15 le operazioni di rimpatrio dell’UNHCR che nel 2005 hanno interessato almeno mille rifugiati. Nel 2005 gli esodi di massa in paesi limitrofi di nuovi rifugiati – i cosiddetti rifugiati prima facie – hanno toccato il livello minimo dal 1976. In 19 paesi d’asilo è stato infatti registrato l’arrivo di 136mila rifugiati prima facie, il 46 per cento in meno rispetto all’anno precedente.. Sei i paesi dai quali lo scorso anno sono fuggiti almeno 10mila rifugiati prima facie: Togo (39mila), Sudan (35mila), Repubblica Democratica del Congo (16mila), Somalia (14mila), Repubblica Centrafricana (12mila) e Iraq (11mila). Nel 2005, il numero di persone che ha chiesto asilo o un appello per decisioni su domande d’asilo è stato di 668mila in 149 paesi, il 2 per cento in meno rispetto al 2004, quando in tutto il mondo furono presentate 680mila domande d’asilo. La maggior parte delle domande dello scorso anno è stata presentata in Europa (374mila), seguita da Africa (125mila), Asia-Pacifico (75mila) e Americhe (72mila). — La pubblicazione completa dell’UNHCR “2005 Global Refugee Trends” è disponibile sul sito internazionale dell’UNHCR clicca qui


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