Volontariato

Rapporto Migrantes: 3milioni 106 mila gli italiani all’estero

Presentate a Roma le anticipazioni del Rapporto Migrantes sugli italiani all’estero

di Redazione

L?ultimo rapporto sulle comunità italiane all?estero, realizzato dal Ministero degli affari esteri, risale al 1988. Dopo vent?anni si rinnova questa tradizione grazie alla decisione della Migrantes, fondazione della Conferenza episcopale italiana, coadiuvata dalle Acli, dal patronato Inas-Cisl, dal Movimento Cristiano Lavoratori e dai Missionari Scalabriniani. Constatato che il mondo dell?emigrazione finora non ha fatto notizia, il nuovo Rapporto, nella convinzione che la situazione attuale dipenda anche dalla maniera di presentare gli italiani all?estero, si fa carico di una loro inquadratura ricca, interessante, stimolante, senz?altro connessa con la diffusione della lingua e della cultura italiana all?estero, dell?immagine dell?Italia, della promozione della nostra imprenditoria costituita da 3 milioni e 106 mila che hanno conservato la cittadinanza italiana e circa 60 milioni di oriundi. I flussi degli italiani con l?estero continuano ancora oggi ma in maniera ridotta. Dai dati Istat sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche risulta che dal 1996 al 2000 i rimpatri sono stati, in media, 31.000, mentre gli espatri 43.000. Questi italiani hanno dato vita a 7.656 associazioni e sono presenti in tutti i settori dei paesi ospitanti, con storie di successo e altre solo di dura fatica Si va dai ?cartoleros? di Buenos Aires, che per mettere insieme pochi spiccioli rovistano tra i cartoni delle discariche, ai 10 presidenti della Repubblica di origine italiana che vi sono stati in quel paese, ai numerosi parlamentari eletti in tanti paesi di accoglienza, a gente che si è fatta valere nell?amministrazione, nei sindacati, nella vita artistica e culturale, nell?imprenditoria. Le anticipazioni presentano uno squarcio di questo mondo, non sempre conosciuto e che verrà esaminato nei dettagli nel Rapporto integrale ad ottobre: da Luiz Fernando Furlan, già capo di un?azienda agroalimentare a dimensione mondiale e ora ministro del governo Lula, alla famiglia Castellan, che possiede il maggior mobilificio del Sud America, o alle 2.500 gelaterie artigiane in Germania. Molti emigrati, ormai invecchiati, presentano seri problemi di assistenza. Sono 400 mila le pensioni in pagamento all?estero , ma non tutti ne sono titolari perché è incompleta la rete degli accordi bilaterali e delle convenzioni internazionali. I nostri connazionali hanno bisogno dell?Italia per risolvere i loro problemi e lamentano che non sia stato fatto tutto al riguardo. Ma anche il sistema Italia ha bisogno di loro, essendo collocata solo al 56° posto nella graduatoria mondiale della competitività (Word Competitvness Yearbook). Secondo il Ministero per le Attività produttive sono 180.000 le imprese italiane che esportano i loro prodotti all?estero e, di queste, solo 850 hanno di più di 250 addetti. Come risaputo, da molti anni il ?Sistema Italia? perde punti nella graduatoria della competitività e questo in qualche modo rivela una internazionalizzazione a metà, che invece la valorizzazione di una presenza italiana così diffusa nel mondo potrebbe incrementare. Perciò è stato auspicato che le realtà imprenditoriali che l?Italia promuove all?estero operino in più stretto contatto con gli imprenditori di origine italiana. Partendo dal basso, gli emigrati italiani sono riusciti a realizzare tanto e si impone un collegamento tra il prima e il dopo. Nella sessione dedicata all?internazionalizzazione dalla Seconda Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie, tenutasi alla fine del 2005, lo stesso Consiglio Generale degli Italiani all?estero ha ricordato che le imprese dei connazionali all?estero sono 14.475 e impegnano 3.300.000 addetti per un fatturato di circa 200 milioni a impresa. Queste imprese sono di meno rispetto alle 23.000 associate ad Assocamerestero, perché le altre, pur essendo associate, sono promosse da cittadini del paese ospitante. ?Con il nuovo Rapporto ? ha dichiarato don Domenico Locatelli, responsabile presso la Migrantes dell?ufficio nazionale per la pastorale degli italiani nel mondo ? abbiamo voluto dare un contributo allemigrazione, affinché si avvii a proporre su se stessa un discorso nuovo, commisurato alle attuali dimensioni di globalizzazione, aperto al futuro, esigente a quanto deve fare l?Italia nei suoi confronti ma anche disponibile a dare una mano all?Italia, perché vengano superate le difficoltà della situazione attuale?


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