di Layla Joudè
Le First Lady arabe diventano leader non solo nei loro paesi, ma anche all’estero. Uno splendido esempio è la regina Rania al-Abd Allah, moglie del sovrano giordano. Rania è leader in bellezza ed eleganza ma non solo: sta dimostrando, soprattutto negli ultimi anni, che il glamour non basta. Il 22 novembre dello scorso anno le è stato assegnato il primo YouTube’s Visionary Award per la campagna che da alcuni mesi porta avanti attraverso il celebre servizio di condivisione video, acquistato da Google nel 2006, con lo scopo di abbattere gli stereotipi e «demolirli uno dopo l’altro», «clip by clip».
Per spiegare la sua iniziativa, la regina ha posato per un divertente video sullo stile Late Show with David Letterman elencando dieci motivi per cui ha intrapreso questa battaglia. Tra le diverse motivazioni che ha portato ci sono queste: «Perché tutto quello che la regina Elisabetta può fare, io lo posso fare meglio»; e ancora: «Sono stanca di sentire che le persone quando parlano di Jordan pensano solo al giocatore di basket».
In questo modo la regina sancisce il nuovo modo di fare politica, di comunicare con i giovani attraverso i loro stessi mezzi: internet, YouTube, ma anche Facebook, dove troviamo una pagina a lei dedicata in cui lasciare commenti, visionare le sue foto e conoscere le sue iniziative, ma anche diventarne fan.
Uscendo dai rigidi schemi del protocollo, Rania sorprende piacevolmente ma soprattutto provoca reazioni.
Dal 2005 si occupa inoltre del suo sito internet ufficiale (www.queenrania.jo) attraverso il quale diffonde i temi a lei cari come la questione femminile all’interno del suo Paese ma anche negli altri Stati musulmani, i bambini più sfortunati, il dialogo tra le culture.
Secondo i dati ufficiali forniti dall’Unesco Institute for Statistics, dal 1993, anno del matrimonio della regina, i tassi di analfabetismo in Giordania sono diminuiti, per quando riguarda le donne, dal 23,5 al 13,4% e per gli uomini dall’8,1 al 4,2%.
Un ulteriore importante dato è la presenza femminile all’interno del parlamento giordano: nell’anno del matrimonio della regina, secondo i dati dell’United Nation Statistics Division, non vi erano seggi detenuti da donne all’interno del Parlamento giordano; nel 2008 ne sono stati registrati 6.
I dati citati confermano che l’impegno della regina Rania non si ferma soltanto alle parole. Si può riscontrare come la realtà giordana, per quanto riguarda l’educazione e la situazione femminile sia decisamente migliorata grazie anche al suo impegno continuo.
Anche nel video di ringraziamento per il premio di YouTube, Rania ricorda: «Sospetto, intolleranza e sfiducia ci stanno separando gli uni dagli altri» e quindi conclude sollecitandoci: «YouTube ci incoraggia ad essere protagonisti attivi di una conversazione globale, facendo sentire le nostre voci, dandoci il potere di incidere sui comportamenti degli altri, di “mediatizzarci”, aumentando la conoscenza reciproca, abbattendo, un video dopo l’altro, le barriere che ci separano».
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