Non profit
Ramonda: «Il Parlamento ripristini i fondi per il Servizio Civile»
Il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: Chiediamo al Parlamento di stanziare con il Decreto Rilancio i fondi necessari a sostenere il Servizio civile affinché si dia l'opportunità a 50.000 giovani di prestare servizio alla difesa civile nonviolenta della Patria
Nonostante il responsabile Terzo settore del Pd, Stefano Lepri, in un fiabesco e impubblicabile comunicato, dica con orgoglio che i fondi del Servizio Civile sono aumentati, non si fermano le voci della società civile che protestano contro le correzioni al Decreto Rilancio che hanno dimenticato per la terza o quarta volta le istanze del Terzo settore. Dopo il Forum del Terzo Settore, ha alzato la voce la Cnesc e ora la Comunità papa Giovanni XXIII.
«Poche settimane fa abbiamo proposto una moratoria delle spese per gli acquisti in nuovi armamenti militari. Oggi, mentre crescono ogni anno le spese militari, i fondi per il servizio civile rimangono insufficienti e precari, soggetti a continui ricalcoli e tagli. Chiediamo quindi al Parlamento di stanziare con il Decreto Rilancio i fondi necessari a sostenere il Servizio civile affinché si dia l'opportunità a 50.000 giovani di prestare servizio alla difesa civile nonviolenta della Patria». E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla notizia dell’accantonamento degli emendamenti per il rifinanziamento del Servizio Civile Universale.
«Condividiamo l’allarme lanciato in queste ore dalla Cnesc e dal Forum del Terzo Settore – continua Ramonda – in seguito al ritiro degli emendamenti al decreto rilancio che puntavano ad aumentare di 100 milioni il Fondo per il Servizio Civile Universale. E' necessario stabilizzare i finanziamenti per il Servizio Civile garantendo un contingente minimo annuo di giovani, superando l’attuale precarietà».
«Diverse voci e la stessa Commissione Colao hanno evidenziato l'incalcolabile contributo dei giovani in Servizio Civile durante l’emergenza della pandemia. – conclude Ramonda – Sono stati 23.000 i giovani riattivati dal 16 aprile per svolgere attività a sostegno del Paese. Esperienze di solidarietà e protezione delle persone più deboli in un momento drammatico».
Forse varrà la pena ricordare allo smemorato Lepri che quello che lui chiama “aumento” sono poche briciole già previste nel testo originale del Decreto, 20 milioni sufficienti appena all'invio di 4.000 ragazzi da aggiungersi ai circa 30mila previsti. A fronte di una richiesta di 84mila giovani vogliosi di impegnarsi. Per favore niente bugie e cambiare strada presto.
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