Formazione

Ramonda (Apg23): Sulla prostituzione seguiamo la Francia

Per il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII la legge approvata dall’Assemblea nazionale francese «va nella direzione che sosteniamo da sempre». Oltralpe si è deciso di punire i clienti e di depenalizzare l’adescamento riconoscendo le prostitute come vittime. Previsti anche percorsi d'aiuto e accompagnamento

di Antonietta Nembri

Dopo due anni e mezzi di dibattito parlamentare l’Assemblea nazionale francese ha adottato, mercoledì 6 aprile, una legge di contrasto alla prostituzione che prevede la penalizzazione dei clienti. Se colti in flagranza, infatti, saranno sanzionati con una contravvenzione di 1.500 euro che diventano 3.500 in caso di recidiva, con in più l’iscrizione nel casellario giudiziario.

Il testo approvato (in allegato l’originale in francese) si ispira ai lavori di una commissione parlamentare sulla prostituzione che aveva preso il via nel 2011. Diverse le novità introdotte. Accanto alla contravvenzione nei confronti dei clienti, prevede che chi ricorre alla prostituzione di persone minori o particolarmente vulnerabili sia passibile di una pena di tre anni di prigione e 45mila euro di ammenda. Pena che può innalzarsi a sette anni e 100mila euro di ammenda in caso di un minore di 15 anni.
Nel testo inoltre viene depenalizzato l’adescamento. Sono previste inoltre una serie di misure che hanno l’obiettivo di proteggere le persone che si prostituiscono. Il sistema di protezione e assistenza, inoltre, prevede la creazione di un fondo di 4,8 milioni di euro l’anno, dal budget dello stato, per la prevenzione e l’accompagnamento sociale delle prostitute. In un articolo di Le Figaro si osserva che questa cifra è giudicata troppo bassa dalle associazioni che si occupano dell'assistenza e del reinserimento sociale.
Sarà inoltre facilitato l’accesso a un permesso di soggiorno di almeno sei mesi alle vittime straniere di tratta che si impegnano in un percorso di uscita dalla prostituzione.

Questa in estrema sintesi la nuova legge francese che dalla Comunità Papa Giovanni XXIII è stata appresa con “soddisfazione”, in particolare come osserva Giovanni Ramonda, responsabile generale dell’associazione fondata da don Benzi, perché le norme di contrasto alla prostituzione prevedono «multe salate ai clienti, misure di protezione per le vittime e iniziative di sensibilizzazione per l'opinione pubblica e in particolare i giovani».

«Anche la Francia ha intrapreso con decisione la via del cosiddetto modello nordico, già sperimentata con successo da Svezia, Norvegia ed altri paesi europei», prosegue Ramonda. «Da sempre sosteniamo, come intuì molti anni fa il nostro fondatore don Benzi, che l'unica strada veramente efficace per sconfiggere il racket della prostituzione è intervenire sul fronte della domanda. Siamo lieti che questa linea stia diventando sempre più diffusa a livello europeo e chiediamo che anche l'Italia aggiorni la normativa prevedendo precise misure di contrasto».

Ramonda, inviata infine a «smetterla con le contrapposizioni ideologiche. Auspichiamo che anche nel nostro Paese si crei uno schieramento trasversale di politici disposti a mettersi dalla parte delle vittime, fermando chi vorrebbe continuare ad utilizzare queste giovani donne approfittando della loro vulnerabilità».

In Francia il giudizio sulla nuova legge non è unanime, come riporta FranceTvInfo se alcune associazioni si sono dette favorevoli alla penalizzazione dei clienti, la maggior parte delle organizzazioni delle prostitute sono contrarie ritenendo che «la legge le condurrà verso la clandestinità rendendole ancora più vulnerabili».
Da parte sua, Claire Quidet, portavoce dell'associazione Le Nid (movimento di lotta contro le cause e le conseguenze della prostituzione) ha dichiarato che: «Le persone che si prostituiscono non saranno più considerate come delinquenti, quando saranno aggredite potranno fare denuncia in un commissariato di polizia, cosa che fino a ora non osavano fare. Il rapporto di forza con i loro clienti sarà completamente diverso».

In apertura foto Getty Images

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