Formazione

“Rambo”, una domenica bestiale

Strage nel mantovano, una violenza annunciata

di Franco Bomprezzi

Una strage che molti avevano previsto, un’arma lasciata in mano a una persona che aveva più volte dato segnali di squilibrio: la cronaca si riprende la prima pagina dei giornali, con il racconto della tremenda giornata di violenza, nella domenica di festa del 25 aprile.

Titolo in prima pagina (“Lasciato libero di uccidere”) e quattro pagine di servizio (dalla 2 alla 5) per la strage di Mantova sul CORRIERE DELLA SERA di oggi. I fatti: Omar Bianchera, che ha ucciso tre persone nel mantovano e ne ha ferito una  quarta, è stato rintracciato ad Anfo, un paese nei pressi del lago di Idro, ed  è stato poi portato nella caserma di Salò.  Secondo quanto riferito dagli stessi inquirenti il killer  si è costituito telefonando al 113. Le vittime sono l’ex moglie e due conoscenti con i quali l’omicida, che ha seri problemi psicologici ed è un fanatico di armi, aveva avuto degli screzi. Un’altra persona è rimasta ferita. Omar Bianchera, noto alle forze dell’ordine per precedenti di droga, sembra aver seguito nel suo delirio un preciso itinerario di «vendetta», spinto dal desiderio di eliminare tutti coloro con i quali sentiva di avere dei conti in sospeso. Domenica mattina si è diretto in auto verso la casa dell’ex moglie, Daniela Gardoni, 38 anni, che abitava in un appartamento in via Risorgimento, la strada principale di Volta Mantovana. L’uomo, arrivato alle 7 di mattina davanti alla casa della donna, un paio d’ore dopo ha esploso alcuni colpi contro le finestre; l’ex moglie è scesa di corsa ed è salita in auto, cercando di andare dai carabinieri, ma l’uomo le ha sparato più volte. L’auto ha percorso circa 200 metri, poi è finita contro un muro. Bianchera, che l’inseguiva, è sceso dalla sua vettura e ha freddato Daniela Gardoni con due colpi di pistola senza dire nulla. Subito dopo Bianchera è risalito sulla sua auto e si è diretto verso la località Piccard, sulla via per Monzambano. Qui ha ucciso una sua lontana parente, Maria Bianchera, 71 anni, con la quale aveva avuto screzi a proposito dei confini:  le loro abitazioni, in località Piccarda, distano una decina di metri. L’uomo ha fatto fuoco almeno 5 volte, uccidendo la donna e ferendo il marito. Proseguendo nel suo itinerario di «vendicatore», sempre in auto è andato in località Pile, a poca distanza. A quanto si è appreso voleva regolare i conti con il capofamiglia Luigi Platter, al quale qualche tempo fa aveva affittato dei locali in cui era stata aperta una birreria. Nella corte si è imbattuto invece nel figlio di Luigi Platter, Walter, 35 anni, che stava partendo per una gita in auto con la moglie e i due bambini. Bianchera ha fatto scendere dalla macchina la donna e i piccoli e poi ha fatto fuoco su Platter, che era rimasto in auto, e lo ha ucciso. A pag 5 Paolo Di Stefano in (“Quei delitti feroci nelle famiglie”) passa in rassegna i casi più efferati avvenuto in Lombardia da Olindo e Rosa a Gugliemo Gatti. Nota Di Stefano: «Il Grande Assente (a scanso di equivoci) è l’immigrato: ma curiosamente – almeno per i fantasmi che vengono agitati con insistenza dalla politica e che ricadono su molta opinione pubblica impaurita, nei delitti cui si faceva cenno l’immigrato non compare mai. Anche se in più occasioni qualcuno ha tentato di tirarcelo dentro ad ogni costo. I cognomi sono inequivocabili: Bianchera, Gardoni, Platter…». 

La strage di Volta Mantovana è in cronaca  de IL GIORNALE con la ricostruzione e le foto delle vittime e del carnefice. Intervento di Gian Ettore Ganassi, associazione  avvocati matrimonialisti che dice: «Nel nostro Paese non ci si rende conto che la famiglia  uccide più della mafia e che separazioni  divorzi, spesso mal gestiti, sono quotidianamente causa di omicidi o stragi familiari. Qualche numero: in Italia si consuma in media un omicidio in famiglia ogni 2 giorni. Il movente è passionale nel 25,9%  degli omicidi,  seguono contrasti personali nel 21,8%, nel 16,2% i disturbi psichici, nel 15% l’assegnazione della casa coniugale,  l’8% ragioni economiche».  Sulla vicenda  si riportano anche le parole del sociologo Sabino Acquaviva: «L’uomo ha conservato al suo interno un elemento conflittuale con il resto della società, della comunità in cui è inserito. Un elemento che quasi sempre viene tenuto a bada, ma che talora esplode anche in maniera clamorosa».

LA REPUBBLICA dedica l’apertura alla politica (“Fini: irresponsabile andare al voto”) e la foto-notizia ai fatti mantovani: “Uccide tre volte in un giorno di follia «Ho fatto un macello, sono stanco». I fatti alle pagine 10 e 11: Omar Bianchera, 44enne camionista di Volta mantovana, al termine del raid di follia raggiunge il vecchio socio. E chiama la polizia: «sono stanco, mi arrendo». Gli investigatori stanno scavando nel passato dell’uomo per capire le ragioni della strage. Commenta l’inviato Piero Colaprico: «Per sentirsi soli non serve una metropoli, basta anche un paesino di 7mila anime». «Isolato, solitario, instabile nel lavoro, nella vita, nelle prospettive. Frastornato e compresso negli spazi spogli di questo nuovo guscio, la casa che s’era ricavato e dove avrebbe voluto far sorgere una grande birreria, diventata un grande fallimento…Omar aveva l’autorizzazione a detenere una pistola nonostante le precarie condizioni psicologiche…».

“Domenica di follia, uccide tre persone: ora sono stanco”. LA STAMPA apre la prima pagina con la strage nel mantovano, anche se il titolo principale è sulla politica e il 25 aprile (“Un altro 25 aprile senza pace”). LA STAMPA costruisce il servizio a pagina 6 e 7 con la cronaca dell’accaduto e un profilo di Omar Bianchera: i muscoli, la palestra, la passione per le armi, il corso di sopravvivenza. Ma soprattutto un uomo solo, scrive l’inviato a Volta Mantovana. Alcuni in paese “sapevano” che sarebbe finita così, più di qualche sospetto: «Lo sapevo che l’Omar finiva così» dice un amico, Mauro Favaro, «me lo aveva detto tre anni fa, mi aveva anche fatto vedere la pistola, era grande così…».  In una pagina di dossier che segue la cronaca, LA STAMPA dà voce a chi vorrebbe una riforma della legge Basaglia, e a chi invece è contrario. “L’Italia dei pazzi armati” è il titolo del dossier, “Sale la protesta: la legge Basaglia va riformata, troppa gente pericolosa è libera di colpire”. Di questo parere è la presidente dell’Arap, l’Associazione per la riforma dell’assistenza psichiatrica, e madre di una donna con gravi disturbi mentali. «Perciò parlo» dice, «perché so che cosa significa convivere con la follia di chi ami». «Pensino pure che voglio rinchiudere i pazzi e buttare via la chiave. E dicano pure che sono reazionaria. In questo Paese le cose vanno così: per anni si lasciano questioni in balia della politica e poi non si risolve niente». «Attenzione a non dare il via alla caccia alle streghe» dice Cristina Colombo, specialista in psicopatologia forense e criminologia al San Raffaele di Milano: «I dati nazionali dicono che la maggior parte dei delitti è commessa da persone “normali” con moventi specifici che niente hanno a che fare con la follia».

E inoltre sui giornali di oggi:

IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – “Metà delle colf vince il permesso”. IL SOLE fa il punto sulla procedura di emersione per colf e badanti, con il disbrigo delle domande da parte degli Sportelli unici della prefettura. A Varese il record di velocità, sono state convocate l’81% delle richiedenti, Milano solo diciassettesima. «Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, infatti, oltre il 50% dei lavoratori domestici che hanno fatto domanda di emersione nel settembre 2009 è stato convocato in prefettura.   Uno su tre ha già firmato il contratto, mentre gli altri lo faranno nelle prossime settimane». Di taglio basso un utile scheda: “Colf e regolarizzazioni. La procedura aggiornata alle circolari” con 15 domande e risposte sugli aspetti burocratici.

HOMELESS
IL SOLE 24 ORE – “Senza casa in cerca di ospitalità”. L’apertura della pagina volontariato del SOLE è dedicata al tema degli homeless: «La Federazione europea degli organismi per le persone senza dimora, che a Bruxelles ha lanciato una campagna dal titolo Ending homelessness. L’idea è di proporre una bussola di buone pratiche per garantire in tempi medio lunghi una dimora per tutti. Una di queste regole è che nessuno dovrebbe lasciare le  strutture di ricovero senza una valida alternativa. Invece è quel che accade regolarmente in Italia alla fine del periodo invernale: «Gli ospiti sono stati tutti dimessi, interrompendo in molti casi preziosi percorsi di recupero». 

CAMICIA NERA
CORRIERE DELLA SERA – “Quella bambina in camicia nera costretta a subire una lezione d’odio”, la footnotizia di prima pagina raffigura una bambina  in maglietta nera e basco della repubblica sociale: «Quest’anno si sono tirati dietro i bambini. Come alla gita fuoriporta. Davanti al cancello della fucilazione, a Villa Belmonte, c’è uno scricciolo con la maglietta gialla, a stento arriva al muretto di cinta. Punta verso la croce dove c’è scritto «Benito Mussolini, 28 aprile 1945» l’obiettivo del suo Nintendo DS, quello con cui gioca normalmente a Super Mario… Le immagini ci raccontano una giornata piena di sole che cozza con le cupe icone di battaglia, una banalità del male che profuma di frittata di maccheroni. Quelli di Giulino di Mezzegra ci hanno fatto il callo, ogni anno è così per l’anniversario della morte di Mussolini. Sarebbe il 28 aprile, ma in tre o quattrocento hanno anticipato alla domenica, capirete: ci scappava la gitarella sui laghi», scrive Goffredo Buccini.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
IL SOLE 24 ORE–  “Aiuti ai PVS con sorpresa: crescono malgrado la crisi”. «I dati Ocse sugli aiuti allo sviluppo del 2009. Le erogazioni Oda (Official development assistance) sono cresciute in termini reali sull’anno precedente (sia pure di u n modesto 0,7%) per un totale superiore a 123 miliardi di dollari. (…) C’è un lieve aumento anche in presenza di una crisi che nei paesi sviluppati ha falcidiato indiscriminatamente tutti i bilanci statali e pressoché tutte le loro voci. Ma  permane anche una preoccupante distanza dall’obiettivo dell’0,7% del reddito nazionale lordo (Gni) da destinare ai finanziamenti oda, fatto proprio dai paesi industrializzati in sede Onu fina dal 1970, ma mai di fatto rispettato. (…) Per non parlare degli obiettivi ancor più ambiziosi posti dal Millenium Development Goals». L’Italia ovviamente si segnala negativamente con un –31,1% di aiuti rispetto all’anno scorso, il peggior risultato insieme all’Austria (-31,2%).

ETICA DEL MERCATO
IL GIORNALE – Recensione del libro “Generosità: virtù civile” edito da Liberilibri scritto dal filosofo americano Tibor Manchan  secondo  cui: « c’è un’ evidenza sociologica che dovrebbe  essere tenuta in considerazione  e cioè che quanto più cresce  il solidarismo di Stato (redistribuzione, welfare,  assistenzialismo)  tanto più declina la  disponibilità dei singoli a andare in soccorso, con responsabilità, verso chi ha più bisogno». Carlo Lottieri  alla luce di queste parole analizza : «Ecco perché il gesto di solidarietà dell’imprenditore del paese di Adro -che ha pagato le rette della mensa   per i genitori insolventi- ha  sorpreso come un gesto  di altri tempi che obbliga a riflettere. In un Paese anglosassone sarebbe cosa ordinaria. Ma un regime  di welfare come il nostro, esteso benché insufficiente, scoraggia il gesto dei singoli benefattori». 

BANCO ALIMENTARE
IL SOLE 24 ORE – “Il banco alimentare accelera le donazioni”. L’articolo segnala una convenzione con la Regione Sicilia che ritira dal mercato 50mila tonnellate di arance per sostenere i produttori dell’isola. Invece di mandarle al macero, le trasforma in spremuta che poi il Banco distribuisce alle associazioni. Inoltre ha stipulato un accordo con Carrefour per ritirare le eccedenze.

UNIONE EUROPEA
LA REPUBBLICA –  Una task force europea proporrà entro l’anno una revisione del Trattato di Maastricht per introdurre regole più severe per i paesi più indebitati. Al tempo stesso si intendono introdurre meccanismi di risoluzione delle crisi (l’occasione è ovviamente la Grecia), oggi inesistenti. In prospettiva si pensa anche a un rafforzamento dell’Eurostat (per evitare che i numeri siano manipolati dai singoli governi). Al G20 dell’economia, a Washington, è emerso con forza il problema mondiale del dubito pubblico. 

IMPRESA SOCIALE
IL SOLE 24 ORE – La rubrica Footprint di Maria Bianucci si occupa di The Hub di Milano, con la voce di uno dei suoi fondatori, Nicolò Borghi: «Mi appassiona l’idea di impresa sociale. The Hub nasce dalla convinzione che si possano generare profitti avendo come missione la soluzione di un problema sociale. Più che incubatori, ci definiamo acceleratori di innovazione sociale  operiamo per accorciare i tempi di progettazione e di fattibilità, offriamo varie consulenze, da quella fiscale a quella tecnologica. Soprattutto mettiamo a disposizione l’intero network creando così contatti trasversali, cioè tra categorie professionali differenti, dai quali spesso nascono collaborazioni sorprendenti». «Con l’ambizione dichiarata di diventare il punto di riferimento dell’economia sostenibile a Milano, i membri attuali della sede di via Paolo Sarpi sono poco più di un centinaio. Le loro attività, per citare qualche esempio, sono una piattaforma online di prestiti tra persone con finalità sociali (Prestiamoci), il recupero e la rigenerazione di materiale informatico (Fastinking), un’agenzia di comunicazione per la sostenibilità (Greenbean), un gioco di riqualificazione urbana (Critical City). Tutte con il denominatore comune del profitto declinato insieme all’etica. Le tariffe di partecipazione, dai 20 ai 390 euro mensili, sono modulate secondo il tempo che si trascorre nella sede e il tipo di supporto di cui si usufruisce».

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