Sostenibilità

Rai: Ok a Contratto di servizio, ma l’opposizione annuncia ricorso

La Commissione parlamentare di vigilanza ha approvato oggi, con i soli voti della maggioranza, il contratto di servizio tra la Rai e il Ministero delle Comunicazioni

di Redazione

La Commissione parlamentare di vigilanza ha approvato oggi, con i soli voti della maggioranza, il contratto di servizio tra la Rai e il Ministero delle Comunicazioni. Era l’ultimo passaggio prima della firma ufficiale che arrivera’ giovedi’ mattina, come ha annunciato lo stesso Ministro Maurizio Gasparri che si e’ detto ”soddisfatto” per il parere della Commissione che ha portato alcune modifiche gia’ recepite dal ministero e che devono avere il via libera del Cda Rai che su questo si pronuncera’ domani. Ma l’opposizione, che ha abbandonato l’aula della commissione bicamerale prima del voto, in segno di protesta dopo aver gia’ fatto saltare il voto nella seduta del 15 gennaio, ha anche annunciando un ricorso al Tar del Lazio. E’ il capogruppo dei Ds in Vigilanza, Antonello Falomi, a motivare il ricorso sottolineando che il testo del contratto in vigore fino al 2005, e’ ”pieno di vizi di illegittimita’ e incostituzionalita”’. In particolare, spiega ancora Falomi, l’opposizione ritiene ”un fatto gravissimo l’ istituzione di una Commissione di cinque persone chiamata a giudicare del buon gusto e della qualita’ dei programmi Rai”. Anche il vicepresidente della vigilanza, e senatore della Margherita, Michele Lauria, sostiene che in particolare con l’introduzione della commissione sulla qualita’ ”il governo entra a piedi uniti dentro alla vita della Rai con la programmazione”. Una commissione su cui era esplosa la polemica nelle ultime sedute della Commissione per la presenza di due rappresentanti del ministero, dopo il capitolo polemico tra il presidente Petruccioli e il ministro Gasparri che in piu’ occasioni aveva sottolineato l’intenzione di arrivare ad una firma del testo il tempi brevi per poi decidere di aspettare il parere, obbligatorio ma non vincolante, della Vigilanza. E oggi la Vigilanza ha dato il via libera alla contestata commissione qualita’, anche se con una diversa composizione: due rappresentati della Rai, due degli utenti e un osservatore del ministero. Era contrario anche il presidente Petruccioli che ora ribadisce: ”Ritengo che il contratto di servizio abbia basi giuridiche molto precarie e molto confuse. E spero proprio che nella legge di sistema che si sta per discutere in Parlamento si intervenga per eliminare questa precarieta’ e questa confusione. Chiarendo anche – conclude – che sulla qualita’ della programmazione il governo non ha nessuna competenza”. ”Il nostro obiettivo – spiega invece il Ministro Gasparri – e’ migliorare la qualita’ della programmazione del servizio pubblico, di aumentare la programmazione per i minori, di introdurre tutta una serie di novita’ nell’interesse del cittadino-utente”. E a quanti ”polemizzano inutilmente” il ministro ricorda che avrebbe ”potuto, ai sensi di legge, firmare da tempo il contratto in quanto era scaduto il termine per il parere parlamentare”. A chi poi annuncia il ricorso al Tar, il ministro delle Comunicazioni replica: ”Mi dispiace che taluni abbiano ingiustamente ravvisato dei profili addirittura di incostituzionalita’ nel nuovo contratto. Non e’ cosi’ e se qualcuno, come si annuncia, dovesse ricorrere al Tar, incontrerebbe probabilmente la stessa sorte che ottennero coloro che contestarono nostri provvedimenti in precedenza”. Quindi via libera al nuovo testo che stabilisce gli obblighi per il servizio pubblico radiotelevisivo dal 2003 al 2005. Tra le principali novita’ proprio la contestata Commissione a cui spetta il compito di verificare gli obiettivi sulla qualita’ dell’offerta stabiliti dal contratto. Ma arriva anche il cosiddetto ‘qualitel’, ovvero ”un sistema di verifica interna che, avvalendosi di appositi indicatori e specifici parametri di valutazione accerti il grado di raggiungimento della qualita’ dell’offerta televisiva e radiofonica”. Ci sara’ anche una nuova formula – anche questa contestata dalle opposizioni – che introduce diversi criteri di valutazione per il canone, legati oltre che a parametri economici come l’inflazione anche al ”raggiungimento di specifici e misurabili obiettivi qualitativi e o quantitativi caratteristici della missione Rai, con particolare riguardo al rispetto degli obblighi dell’offerta televisiva e nella programmazione dei minori”.


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