Rai: effetto Lega sul palinsesto

Effetto Albertoni sulla programmazione Rai. Il consigliere di amministrazione leghista comincia a pesare a Saxa Rubra. Dopo un servizio di 20 minuti sull’adunata di Pontida (realizzato da Romano Bracalini), ieri mattina su Rete Tre la programmazione delle regioni alpine, dalla Valle d’Aosta al Friuli, è stata interrotta per trasmettere “Celtica 2002”, kermesse con arpe e druidi che si svolgeva a Courmayeur.

A metà di un simpaticissimo film bianco e nero con Totò e De Filippo, gli italiani del Nord hanno visto comparire l’annunciatrice: oddio, un attentato. No, «per le regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, in collegamento diretto con Courmayeur, trasmettiamo Celtica 2002». Così per 2 ore, i fortunatissimi teleabbonati del settentrione hanno potuto vedere professori di liceo, impiegati e operai padani, vestiti con lunghi kilt scozzesi, giocare con gli spadoni, fare riti del fuoco, discettare di divinità celtiche, di menir, ascoltare estasiati concertini di arpa e cornamuse. Il triste back-stage di un Braveheart di provincia.Un paio di centinaia di appassionati (sempre inquadrati dal basso per non rivelarne la scarsità), così come ci sono gli amatori della pesca alla mosca, del palio delle botti o del bungy-jumping. E tutte le sedi regionali coinvolte hanno dovuto inventarsi riferimenti folcloristici alla cultura celtica che permeerebbe tutte le tradizioni alpine.

Evidentemente disperati, quelli del Trentino hanno prodotto un documentario sui fuochi del Sacro Cuore. Peccato fosse una festa che ricordava la cattolicissima rivolta contro Napoleone, con tanto di processioni e giganteschi cuori crociati incendiati nella notte.

Altro che Biagi o non Biagi, altro che salvate il soldato Santoro. La linea del Piave della libertà di informazione (e della decenza) passa da Antonio De Curtis, in arte Totò.