Cultura

Rai: basta cronaca nera in fascia protetta. La buona scelta di Campo Dall’Orto

Cronaca nera in fascia protetta usata come acchiappa share? Il Direttore Generale della Rai non ci sta e stravolge la programmazione domenicale di Rai 1. Che sia solo il primo passo per riqualificare al meglio tutto il servizio pubblico?

di Marco Dotti

Mai, negli ultimi 40 anni, un Direttore Generale della Rai si era trovato tra le mani tanto potere. Che farne? Antonio Campo Dall'Orto, che questa carica la ricopre dal 6 agosto scorso, ha deciso di servirsene per una decisione che in un Paese normale suonerebbe, appunto, come normale, ma che alle nostre orecchie – oramai disabituate alla buona musica – risuona come clamorosa.

Che cosa ha fatto Campo Dall'Orto? Semplice: ha deciso di interrompere a metà stagione il flusso di volgarità e barbarie che la domenica pomeriggio correva sull'ammiraglia Rai. Il colmo era stato toccato il 21 febbraio scorso, con il "racconto" – si fa per dire – della morte del piccolo Loris. Dal morboso al clamoroso, dal brutale al cruento: nessun particolare era stato risparmiato agli spettatori che, in barba alla "fascia protetta", si erano visti recapitare a casa particolari e minutissimi dettagli della vita privata dei genitori e della morte del bambini di catania. Troppo. O troppo poco, se guardiamo la cosa dall'altro lato: davvero, questo, è servizio pubblico?

L'impressione è che si sia davanti a un primo passo, coraggioso, che se debitamente appoggiato dall'opinione pubblica potrebbe portare a una svolta. A sollevare il caso della cronaca nera usata come acchiappa share era stato l'onorevole Michele Anzaldi che non si è limitato a denunciare, ma ha portato avanti una vera e propria battaglia in nome del servizio pubblico.

"La scelta di Campo Dall'Orto", ci spiega Anzaldi, "è coraggiosa e doverosa. Coraggiosa perché a metà stagione non si era mai visto interrompere e stravolgere un programma in questo modo. Doverosa se prendiamo alla lettera il mandato della Rai di essere servizio pubblico". Oggi, spiega Anzaldi, "dobbiamo riqualificare questo servizio, servendoci di tutti i mezzi per parlare, comunicare, informare e mettere in dialogo le generazioni. Per questo trasmissioni come quelle della domenica possono essere importanti. Sono una sfida, non un contenitore dove si butta di tutto".

La decisione di Campo Dall'Orto va nella direzione giusta. La società civile dovrebbe farglielo sapere, appoggiarla e chiedere di più. Si deve e si può fare.

Immagine in copertina: vecchie scene alla Rai, nel novembre del 2007 (Photo credit: DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images)

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.