Cultura

Ragazzi, venite a zappare

Speciale su VITA magazine dedicato a "Terra Madre", l'incontro mondiale promosso da Slow Food

di Emanuela Citterio

Dal 21 al 25 ottobre si terrà Terra Madre a Torino (Lingotto Fiere), l’incontro mondiale delle comunità del cibo, che riunisce attori della filiera agroalimentare da 150 Paesi, impegnati a difendere e promuovere modi di produzione rispettosi dell’ambiente, attenti alle risorse naturali, alla conservazione della biodiversità, alla giustizia sociale. Il settimanale dedica uno speciale all’evento con un’intervista a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, un contributo di Paolo Massobrio e l’intervento di Vittorio Sangiorgio, giovane imprenditore della Coldiretti, e molto altro ancora. Tante le esperienze segnalate. Qui per esempio potete leggere quella di  “Donne del mondo” in corso a Reggio Emilia.

Si definiscono una comunità del cibo, ma sono donne di quindici nazionalità diverse. Vivono tutte nei paesini di montagna vicino a Castelnuovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, e da un anno stanno lavorando per aprire una microimpresa artigianale che produca i pani delle loro terre d’origine. “Donne del mondo” è il nome che hanno scelto per il loro gruppo, che ha cominciato a costituirsi in modo informale dal 2005. «È una falsa credenza che il cibo metta tutti d’accordo attorno alla stessa tavola» dice Clara Vassallo, 41 anni, coordinatrice dell’ufficio stranieri di Castelnuovo e nel tempo libero una delle animatrici del gruppo. «Il cibo cucinato da altri può suscitare diffidenza.

C’è la paura di assaggiare sapori ai quali non si è abituati». Le “Donne del mondo” hanno cominciato trovandosi la domenica per bere il tè. «La molla è stata la solitudine» afferma Vassallo. «Qui le frazioni sono abitate da poche persone, e chi arriva da altri Paesi non ha nemmeno questa rete di conoscenze. Con alcune donne di diverse nazionalità abbiamo cominciato a trovarci la domenica pomeriggio, forse il momento dove la nostalgia si fa sentire di più. Dalle prime chiacchiere davanti a una tazza di tè sono nate diverse iniziative, dalle cene multietniche a rassegne di poesia, musica e letteratura di diversi Paesi, a sfilate di moda e laboratori teatrali». Lo zoccolo duro delle attiviste è composto da dieci donne, ma sono una cinquantina quelle che frequentano le iniziative in modo costante. Marocco, India, Ghana, Romania, Indonesia sono alcuni dei Paesi di provenienza, in tutto una quindicina.

L’idea di costituire una cooperativa per produrre il pane è nata un anno fa. «Un’associazione di genitori ci aveva chiesto del pane fatto in casa per una festa» spiega Chiara Vassallo. «Avevamo paura che il pane arabo suscitasse diffidenze, invece è andato a ruba. Abbiamo cominciato a pensare di farne un lavoro. È capitato che il centro di servizio per il volontariato “Dar voce” avesse dei fondi per finanziare un piccolo progetto, così ci siamo fatte avanti proponendo una microimpresa per produrre il pane in modo artigianale. L’idea è di venderlo ai privati ma anche ai ristoranti della zona in alternativa al pane industriale».

Il gruppo sta costituendo una cooperativa e ha chiesto una consulenza per il piano di impresa a Banca Etica. La scommessa è che l’attività possa diventare una fonte di reddito per le donne immigrate che, a tempo pieno o parziale, decideranno di buttarcisi. «Il nostro obiettivo finale» dice Chiara Vassallo «è cercare di colpire piccoli e grandi razzismi e dimostrare con il nostro laboratorio che è possibile incontrarsi, capirsi e anche lavorare insieme».

Link utili: Terra Madre

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