Formazione

Ragazzi state pronti, l’impresa sociale apre nuove frontiere

La legge sull'impresa sociale? Un'occasione per creare ponti tra profit e non profit. Parla Giulio Ecchia, responsabile del corso di laurea in Economia delle imprese cooperative di Forl

di Carlotta Jesi

«L?errore più grosso che un professionista del non profit possa fare oggi è continuare a credersi negazione del profit. Otterrà successo nel terzo settore chi saprà pensarsi impresa a tutto tondo». Per Giulio Ecchia, responsabile del corso di laurea in Economia delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit di Forlì, il futuro del non proft è altrove. Oltre il fund raising, la cooperazione allo sviluppo, l?assistenza e la finanza etica. Oltre i tradizionali campi d?azione del sociale e, soprattutto, oltre i tradizionali approcci del sociale.

Studium: Quali sono le nuove terre di conquista del terzo settore?
Giulio Ecchia: La cultura, l?accesso al credito, il turismo e l?assistenza come non è mai stata fatta finora. L?approvazione della legge sull?impresa sociale consente di creare ponti tra profit e non profit, e di creare opportunità occupazionali proprio all?incrocio tra questi due mondi.

Studium: Che tipo di lavori ha in mente?
Ecchia: Il manager di asilo nido, per esempio. Nei prossimi anni, se non addirittura nei prossimi mesi, ne verranno creati a centinaia in tutta Italia. Per farli funzionare, gli educatori non mancano. Ma per dirigerli? Chi è in grado, oggi, di far funzionare queste strutture che hanno un altissimo impatto sociale ed economico sulla vita del paese? Questo è un discorso che vale per molte scuole private e poi per tutto ciò che riguarda il settore culturale in cui il non profit potrebbe giocare un ruolo importantissimo.

Studium: Di master in gestione di musei e beni culturali è piena l?Italia. Cosa può offrire in più un professionista del terzo settore?
Ecchia: Basta pensare allo scarto che c?è tra un?iniziativa turistica legata al territorio, ed attenta alla sostenibilità socio-ambientale, e una che pensa solo a fare utili. In questo senso, la legge sull?impresa sociale lancia ai giovani una sfida grandissima: saper individuare nuovi mercati pensando in grande e, al tempo stesso, restando fortemente radicati al territorio. Saper interpretare i suoi bisogni può diventare un?importante carta da giocare per trovare un impiego.

Studium: In quali enti, e in quali settori?
Ecchia: Penso soprattutto alle strutture di credito cooperativo: necessitano di una capacità progettuale nuova, quella di interpretare i bisogni di sviluppo del territorio e di rispondere in maniera creativa.
Studium: Crede che debbano essere costituite lauree ad hoc?
Ecchia: Con il Forum del terzo settore e il ministero dell?Università faremo una mappatura dei profili professionali di cui c?è più bisogno e ci attrezzeremo per offrire loro la formazione più adeguata.

Studium: Lei è a favore o contro le lauree triennali in non profit, che si propongono di specializzare fin dai primi anni di studio?
Ecchia: A favore. Per due motivi. A partire dall?anno accademico 2007/2008 entreranno in vigore le nuovi classi di laurea previste dalla riforma universitaria. E nella classe di laurea economica ci sarà uno specifico riferimento al tema dell?economia sociale: si tratta di un riconoscimento formale del peso del nostro settore che credo sia importante valorizzare. Il secondo motivo è la legge sull?impresa sociale: credo sia un terreno in cui non profit, cultura, ambiente e imprenditorialità possano incrociarsi. Detto questo, credo che le lauree triennali in qualche modo specializzanti abbiano senso negli atenei che hanno una tradizione, e una buona offerta formativa, nel campo. La proliferazione di corsi in non profit, senza tradizione e lavoro di ricerca alle spalle, non serve a nessuno.

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