Famiglia

Ragazzi modellati dalla tv? La colpa è dei “grandi”

Il comunicato del Cnca sull'attuale condizione dei giovani italiani

di Gabriella Meroni

Il mondo degli adulti non è in grado di assicurare, nel nostro paese, le condizioni fondamentali per favorire la crescita dei propri figli, che finiscono così per essere ?modellati? dal mercato dei consumi. E le sperimentazioni più innovative per aiutare minori e famiglie non vengono trasformate in normali modalità del sistema dei servizi. Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), in occasione della XV Giornata internazionale dei Diritti dell?Infanziaha invitato a riflettere sulle tante criticità che i bambini richiamano più che perdersi in vuote celebrazioni di maniera.  Le ragioni di preoccupazione sono diverse. La prima è quella più insidiosa e pervasiva: il continuo riferirsi ai bambini, da parte del sistema economico, come a potenziali consumatori o induttori di consumi (per le pressioni fatte sui propri familiari). Qualcuno ha parlato di questa mercificazione dell?età minorile come di un vero e proprio ?furto?, una spoliazione della propria individualità in funzione di modelli ? in ultima analisi di consumo ? massificati e superficiali. In secondo luogo, a fronte della notevole capacità di penetrazione e di seduzione del mercato, assistiamo a una sempre maggiore difficoltà da parte della scuola e della famiglia, cioè dei luoghi che tradizionalmente sono deputati alla formazione dell?identità dei più giovani, a rispondere a tale compito. Ciò vuol dire che gli adulti sanno solo consigliare cosa comprare, ma non come e per che cosa crescere.   Infine, va sempre ricordato il successo che modelli di comportamento ispirati a violenza e illegalità hanno nel mondo degli adulti e, contemporaneamente, in quello di bambini e adolescenti.   Eppure qualcosa è stato tentato e realizzato, o almeno progettato. Le buone pratiche messe in atto con la legge 285 hanno indicato alcune piste di lavoro e raggiunto risultati; tuttavia, queste esperienze non sono state tesaurizzate come punti di forza di tutto il sistema dei servizi sociali. E così la decisione di chiudere, alfine, gli istituti per minori non ha portato a definire piani di accompagnamento e monitoraggio di un obiettivo così necessario e impellente. Al solito, sono i ragazzi immigrati a scontare la privazione più clamorosa di diritti fondamentali: più si avvicinano alla maggiore età, più perdono garanzie e tutele.   Non sorprende, allora, in questo quadro più ricco di ombre che di luci, che il sistema illegale di controllo del territorio sia spesso in grado di offrire ad adolescenti e giovani proposte ben più allettanti di quelle riscontrabili nell?ambito della ?normalità?.  ?Sarebbe ora ? afferma Lucio Babolin, presidente del CNCA ? che bambini e adolescenti fossero visti come destinatari e protagonisti di un disegno complessivo della comunità locale, del suo sviluppo sociale non più misurato solo su indicatori economici ma sul metro del benessere reale delle persone ? i più giovani innanzitutto ? che in un territorio vivono. Costruire comunità accoglienti deve essere la legge fondamentale del nostro sviluppo?.      


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