Volontariato

Raduno anti-Fao. Poca gente al corteo no global

Colorato e variopinto soprattutto grazie ai molti agricoltori presenti, il corteo no global si è svolto sabato scorso senza incidenti. Ma l'obiettivo 50 mila in piazza è rimasto un sogno

di Ettore Colombo

Poca gente, anche se decine di etnie e di bandiere hanno riempito di colori la manifestazione per la “Terra e Dignità”, il primo appuntamento di contestazione che prelude il al vertice Fao, in programma nella Capitale da oggi. Lo hanno organizzato i no global, ma i veri protagonisti sono stati i contadini, i pescatori, i rappresentanti dei poveri della terra. Sono venuti dall’Asia, dal Sud America, dall’Africa, ma anche dagli Stati Uniti per gridare no alla fame nel mondo, ai prodotti geneticamente modificati, alle politiche alimentari dell’Occidente. In testa al corteo, dietro un grande striscione con lo slogan “Terra e dignità” tradotto in quattro lingue, José Bové, il contadino francese protagonista di tante azioni contro la globalizzazione. Con la pipa sempre in bocca sotto i folti baffi, è assurto a leader del movimento raccogliendo gli abbracci di organizzatori e simpatizzanti. La stessa accoglienza prevista per l’attivista indiana Vandana Shiva, che non era tra i manifestanti, ma che in serata è poi arrivata nella Capitale. Alle 16.30 circa, preceduta e scortata da una fitta rete di poliziotti, carabinieri, finanzieri e blindati, la manifestazione è partita da piazza della Repubblica. In testa gli organizzatori, da Vittorio Agnoletto a Bové, poi le associazioni che partecipano al controsummit del Palaeur, infine i No Global, guidati dal coloratissimo carro dei “Disobbedienti” e accompagnati da un mix di musica etnica, Bob Marley, 99 Posse e Modena City Ramblers. Il corteo è sfilato su via Cavour, poi su via dei Fori Imperiali. Dopo circa due ore il corteo ha raggiunto una presidiatissima piazza Venezia, per approdare davanti alla sede dell’Onu dove è stato allestito un palco per gli interventi di quattro rappresentanti di associazioni internazionali di contadini e pescatori e un palestinese. A conclusione, il concerto alla Bocca della Verità. Presenti Cobas, Rifondazione comunista, Greenpeace, Legambiente e Wwf, degli animalisti del Peta, i Verdi e tante organizzazioni di agricoltori di tutto il mondo, prima fra tutte quella di ”Via campesina”, il movimento per la rivoluzione agraria dei contadini brasiliani. Su quelle gialle della sovranità alimentare spiccano i simboli della battaglia: una zappa, una falce, una foglia e un secchio. “Sono queste le cose che servono alla popolazione povera del mondo – spiega Alfonso Pecoraro Scanio che sfila in cima al corteo – Dobbiamo mettere la Tobin Tax sulla globalizzazione, è l’unica capace di produrre risultati. All’1% del Pil da destinare ai paesi poveri, promesso da Berlusconi, non credo. Lui riesce soltanto a parlare a vanvera”. ”La Fao non ha nessun potere e per questo siamo noi che dobbiamo restituirle il potere che ora ha il Wto e le altre grandi istituzioni”, spiega Bové, al quale hanno rubato il portafoglio proprio prima della partenza del corteo. ”Quello che mi attendo – dice il baffuto contadino – è che alla fine della settimana la Fao faccia una chiara dichiarazione sull’importanza della sovranità alimentare”. Quanto alle azioni dimostrative contro i campi di cultura transgeniche e le aziende che la sperimentano (università, istituti di ricerca e multinazionali), Bovè ha assicurato che non ha ancora ”pianificato azioni dimostrative eclatanti”: “‘Ho saputo dai giornali che il movimento intende fare queste dimostrazioni la prossima settimana, ma la verità è che siamo qui per discutere e per cambiare il mondo non per mettere in atto azioni dimostrative”. E per dialogare con la Fao, essere i suoi interlocutori, ricorda Agnoletto. Che spiega: “Quella di oggi è una grande manifestazione per garantire la sopravvivenza di tutta l’umanità”. In verità in piazza non c’erano più di 10mila persone (40 mila per gli organizzatori, 5 mila per la questura), fiaccate un po’ dal bel tempo, un po’ dalla partita dell’Italia e un po’ dai troppi cortei di quest’anno. ”Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, abbiamo portato in piazza 40mila persone su un tema come la sovranità alimentare”, dice Agnoletto. Sono contenti della partecipazione alla manifestazione gli organizzatori del corteo. Gianni Fabris, portavoce di “Altragricoltura” e responsabile del gruppo di lavoro sulla Fao del movimento dei social-forum, è contento della partecipazione ottenuta alla manifestazione. Anche in considerazione del fatto che, spiega, “molti componenti delle delegazioni straniere, in maggioranza contadini e pescatori che in patria lottano contro i propri governi per proporre un sistema alternativo di lavoro e sussistenza, non hanno potuto raggiungere l’Italia”. Danno le stesse cifre anche Paolo Cento e Agnoletto, che non vede alcuna crisi del movimento: “Questa manifestazione era su un tema specifico, anche se fondamentale. E’ normale che un movimento come quello dei no global, non strutturato, viva di alti e bassi”. Cinquemila agenti hanno presidiato le strade percorse dalla manifestazione, per il timore di incidenti che non si sono verificati. Un nutrito gruppo ha preceduto il corteo mantenendosi ad un centinaio di metri di distanza, mentre l’elicottero ne controllava le mosse dall’alto. Centinaia di agenti hanno controllato le strade adiacenti a via Cavour, allo scopo di prevenire sconfinamenti dei manifestanti. Particolarmente presidiata piazza Venezia: i carabinieri con i loro blindati a chiudere via del Corso, ai lati i poliziotti in assetto antisommossa per impedire l’accesso a corso Vittorio Emanuele e a piazza Santi Apostoli, dall’altro lato della piazza i baschi verdi della guardia di finanza, in assetto antisommossa con gli scudi di plexiglass e voluminosi guantoni in gommapiuma schierati davanti al Vittoriano. Intanto la Capitale si prepara a sei giorni di vertice Fao, con l’ Aventino trasformato in zona pedonale. Sono cinquanta le linee Atac deviate, molte strade sono chiuse, controlli ovunque. Niente zona rossa, come hanno assicurato il prefetto Del Mese e il sindaco Veltroni, ma forze dell’ordine all’erta. Tra spettacoli, mostre e cortei di oltre cento leader mondiali attesi per il meeting, le azioni a sorpresa dei Disobbedienti sono in programma in programma per martedì e mercoledì. Fino a giovedì Caracalla sarà presidiata da 5.000 poliziotti e carabinieri, oltre ai 500 agenti antiterrorismo della Finanza. E sotto sorveglianza sarà anche la zona del Palaeur che ospita il controvertice.


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