Volontariato

Radicali: Cè non è caso umano ma questione politica

Sottolinea il segretario Daniele Capezzone "Che si tratti d'immigrati o carcerati poco importa: il marchio dell'iniziativa leghista è sempre più spesso quello dell'inciviltà e della violenza"

di Paolo Manzo

”Quello di Ce’ non e’ un ‘caso umano’ come dice il ministro Giovanardi, ma una questione politica che riguarda il Paese”. Lo sottolinea il segretario dei Radicali Daniele Capezzone. ”Da anni, la Lega fornisce un apporto decisivo all’imbarbarimento politico del Paese, giocando carte truci e disperate, seminando odio e diffondendo il seme dell’intolleranza. Che si tratti di immigrati o di carcerati -aggiunge Capezzone- poco importa: il marchio dell’iniziativa leghista e’ sempre piu’ spesso quello dell’incivilta’ e della violenza. Eppure, l’Italia ‘perbene’, quella che oggi si scandalizza, e’complice, anzi artefice di questa realta’ ”. ”I media italiani non hanno fatto che promuovere lo spauracchio Bossi. La sinistra, che oggi si straccia le vesti, con D’Alema fece dei leghisti la leva per realizzare il ribaltone del ’94-’95. Certo -conclude Capezzone- il governo e la maggioranza portano oggi la responsabilità di una scelta. Da anni, i Radicali, a cominciare da Marco Pannella ed Emma Bonino, non si stancano di proprorre alla Cdl e a Berlusconi (come del resto ad ogni altro attore della scena politica e civile italiana) occasioni, percorsi, progetti. Si preferisce questo genere di spettacoli, invece? Siamo tutti bossiani? E’ Calderoli il maitre a’ penser del semestre che si apre? Sara’ Ce’ a dettare i tempi dell’agenda politica italiana? La domanda c’e’: occorre, urge una risposta”.


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