Non profit
Raccolte fondi, saper comunicare è fondamentale
Nell'ultima edizione di Reinventing non profit, la settima, accanto alla fotografia dello stato di salute della solidarietà in Italia attraverso l'analisi dei dati della XX indagine sull’andamento delle raccolte fondi curata dall’Istituto italiano della donazione, del V rapporto sul dono e dell'indagine “Italiani Solidali” di Bva Doxa, un focus è stato dedicato alla ricerca qualitativa condotta da Bva Doxa nell’ambito dell’osservatorio Donare 3.0
Coinvolgere i donatori è un’arte, soprattutto in momenti di crisi nei quali, stando ai dati dell’ultima rilevazione Doxa per l’Istituto italiano della donazione, si rileva una diminuzione di due punti percentuali degli italiani che nel corso del 2021 hanno effettuato una donazione, anche se il 33% delle organizzazioni ha visto un incremento nella raccolta fondi. E proprio all’analisi delle relazioni con i donatori è stata dedicata la ricerca qualitativa condotta da Bva Doxa nell’ambito dell’osservatorio Donare 3.0, promosso da PayPal e Rete del Dono e presentata nel corso dell’ultima edizione di Reinventing, l’evento promosso da Atlantis Company a Milano.
«Abbiamo analizzato le azioni che i donatori apprezzano di più come anche i profili e gli stili più usati dalle organizzazioni», spiega Valeria Vitali, founder di Rete del Dono.
Tre gli approcci delle non profit messi sotto la lente: empatico, pragmatico e brutale: «Le relazioni che si costruiscono in base a questi tre profili sono molto diverse: il donatore target di una comunicazione empatica difficilmente risponde a quella più diretta che tende a creare una relazione unidirezionale che entra nella vita del donatore facendo leva sul suo senso di colpa in modo aggressivo».
Sui social sono vincenti le azioni più coinvolgenti «capaci di creare una relazione. Le organizzazioni devono raccontarsi e divenire capaci di condividere: non basta una call per spingere a donare. Le campagne inoltre, oggi vivono di coinvolgimento emotivo e di sinergie tra social, sito istituzionale e newsletter personalizzate che facciano sentire ciascuno parte di una storia».
«I donatori fanno scelte che rispondono alla qualità delle relazioni che le non profit sanno sviluppare nel mondo digital », conferma Francesco Quistelli (a sx nella foto con Ken Burnet, protagonista della prima giornata di Reinventing 2022) ceo di Atlantis company. «Due anni e mezzo di Covid hanno accelerato il passaggio al digitale. Tutti noi siamo ora più capaci di usare gli strumenti elettronici. Gli enti del Terzo settore non possono più prescindere da un donor care digitale. Il prossimo step sarà sfruttare tutte le potenzialità online».
In apertura un momento di Reinventing 2022 – Foto da Ufficio stampa
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