Non profit

Raccolte fondi, Modavi: «Noi trasparenti»

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera del Modavi

di Gabriella Meroni

Gentile Direttore, l’organizzazione della quale sono Presidente, il MO.D.A.V.I. ONLUS, è un’associazione nazionale di promozione sociale che dal 1996 opera in attività prevalentemente rivolte a persone svantaggiate, anziani, disabili, minori, immigrati, per favorire la coesione sociale e nazionale; siamo impegnati, inoltre, nel campo della cooperazione internazionale e della protezione civile in molteplici attività e laddove le contingenze lo richiedano. Sull’emergenza Abruzzo, ad esempio, il MO.D.A.V.I. ha avuto i propri volontari a scavare fra le macerie qualche minuto dopo la scossa principale e tutt’oggi numerosi ragazzi sono ancora a fianco della popolazione colpita.

Il MODAVI “non ha” promosso iniziative di raccolta fondi per i terremotati, ad eccezione di un piccolissimo evento in Toscana durante il quale è stata raccolta la somma di circa 1500 euro con il relativo bonifico al Ministero della Gioventù.

La nostra organizzazione ha diffuso, sul proprio sito e in decine di realtà sul territorio, il Conto Corrente di “Giovani per l’Abruzzo”, promosso dal Ministero della Gioventù e monitorato e gestito dallo stesso. Ci sfugge la “ratio” di una notizia pubblicata sulla vostra testata e ripresa (attraverso un link alla vostra) da altre testate: è fondata sul nulla e non ha alcun riscontro nella realtà di una organizzazione “movimentista”, che ha mandato sul campo i volontari, che ha sostenuto spese documentate per l’invio degli stessi e di beni di prima necessità.

L’autore dell’articolo insinua, diffama e “ricama”, mettendoci, bontà sua, sullo stesso piano della Tamoil e dei parrucchieri napoletani. Tutto questo, oltre che ridicolo, è inaccettabile e fortemente lesivo della dignità della nostra organizzazione e dei suoi associati, peraltro in un settore tanto importante della vita del Paese, certamente non esente da sprechi, storture e iniquità, ma sulle quali bisogna avere certezze e non cervellotici dubbi senza alcun riscontro. Saremmo lieti di leggere sulla vostra testata, con lo spazio e la visibilità che merita, una smentita che restituisca dignità a voi e al MO.D.A.V.I. Onlus ingiustamente diffamato. In questo caso dimostrereste che in Italia si può sbagliare e ammettere di averlo fatto.

Da parte nostra valuteremo metodi e comportamenti con grande attenzione, riservandoci di far valere in tutte le sedi le nostre ragioni e tutelare la nostra immagine e la rispettabilità delle nostre iniziative. Grazie per l’attenzione.

Irma Casula N.B.

Le principali attività attività che il MO.D.A.V.I. Onlus ha realizzato durante l’emergenza Abruzzo sono ampliamente descritte all’interno di questo blog: http://emergenzaabruzzo.blogspot.com/

 

Gentile presidente,

Come evidenziato più volte nell’articolo, l’inchiesta sulla destinazione dei fondi pro Abruzzo non è stata realizzata da Vita ma da Il Capoluogo, fonte delle notizie pubblicate da noi, quindi siamo noi ad averla ripresa e non il contrario. Non abbiamo avuto, come redazione di Vita, la possibilità di verificare quanto scritto dai colleghi del quotidiano online dell’Aquila, che pure avevano pubblicato da mesi i risultati delle loro tante telefonate e email «a vuoto». Evidentemente anche il Modavi non aveva intercettato la loro richiesta di chiarimenti, e quindi era finita nella lista dei «non ha risposto». Probabilmente, come lei segnala anche perché la vostra raccolta fondi è stata una piccola attività accessoria alla mobilitazione dei volontari. Noi ci siamo limitati per diritto di cronaca a parlare di un’operazione – quella del Capoluogo – interessante e opportuna (capire che fine hanno fatto i milioni donati dagli italiani per l’Abruzzo), che però ovviamente non aveva la pretesa di essere esaustiva. È e rimane un work in progress, da aggiornare continuamente, come infatti è avvenuto proprio a cura del Capoluogo (vedi questa pagina). Prendiamo atto con piacere del fatto che il Modavi è stato trasparente e diffondiamo volenteri la notizia.Del resto non avevamo dubbi, conoscendovi e raccontandovi da tanti anni.

Gabriella Meroni


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