Volontariato

Raccolta fondi, a Londra la fanno in busta paga

10 anni con le onlus/ Il futuro: payroll giving, un sistema in base al quale le aziende curano per il dipendente sia la donazione che il beneficio fiscale

di Antonio Cuonzo

Il futuro strutturale delle onlus pare tutto incentrato su due temi fondamentali: la ?professionalizzazione? degli operatori del comparto e la correlata strutturazione delle attività di fund raising. Quanto al primo tema, è opportuno osservare come, contrariamente a quanto si possa pensare, le onlus richiedono professionalità manageriali, amministrative, contabili e fiscali di gran lunga più impegnative di quelle necessarie a gestire una più consueta società commerciale. In tal senso, basterebbe pensare al concetto di contabilità separata che impone sostanzialmente di avere non una ma ben due (se non tre) contabilità parallele e collegate tra loro.

La questione dei manager
Le persone che oggi si occupano di questi temi dall?interno del comparto (non ce ne vogliano per le personali considerazione che seguono) sono, come spesso riscontrabile in piccole realtà, ancora legate alla logica del ?tempo libero? e dell?impegno sociale a ?tempo parziale? o, come avviene nelle realtà grandi, sembrano avvilite dal mancato riconoscimento delle loro assolute competenze professionali e della loro sostanziale parificazione con i tradizionali professionisti del profit.

Di recente non sono mancati, ed anzi cominciano ad essere sempre più frequenti, i ?salti della staccionata? di chi, dopo anni di onorata e ?concorrenziale? carriera nel mondo profit, passa al comparto non profit dove le sue competenze vengono pienamente sfruttate (in alcuni casi, anche meglio e più di prima) ma vengono, in un qualche modo, accantonate ambizioni di guadagno e carriera (basti pensare che non esiste un contratto di categoria e che i guadagni sono limitati da norme di tipo antielusivo quale quella del dlgs 460/1997 disapplicabile, a dire del Fisco, solo su specifica e formale interpellanza). In questo senso, il futuro dovrà necessariamente riconoscere le professionalità ed il lavoro di questo ormai esercito di ?buoni? professionisti (così come da tempo avviene nel mondo anglosassone) e riconoscere il fatto che dirigere un?impresa sociale come l?onlus è come dirigere ?la Fiat di turno? con l?aggiunta del perseguimento di finalità strettamente sociali.

Frontiere del fund raising
L?altro grande passo che il futuro non potrà non compiere è quello legato ai temi della raccolta fondi. Mentre il Fisco italiano (vedi la recente circolare n. 59/E del 31 ottobre 2007) con al fianco la rinominata Agenzia per il terzo settore (già Agenzia per le onlus) continua forse a pensare che la raccolta fondi sia quella realizzata con l?offerta delle piantine agli angoli delle strade in una o più giornate in cui tutti fanno mente locale a questa o quella malattia da sconfiggere, le strutture di cui parliamo si sono modernizzate, hanno guardato ovviamente con estrema attenzione a ciò che avviene in altri Paesi ed hanno cercato di lanciare l?Italia all?inseguimento delle realtà più avanzate.

La raccolta fondi oggi non passa più solo attraverso le obsolete logiche caritatevoli di una volta ma punta a tematiche quali il corporate giving e la responsabilità sociale di impresa. Tematiche, queste ultime, che non hanno mancato di avvicinare il mondo profit a quello non profit molto più di quanto abbiano fatto le varie leggi (compresa la +Dai -Versi) tese ad incentivare le erogazioni liberali attraverso la leva fiscale, e che consentono anche di ottenere benefici di vario tipo non sempre strettamente legati al semplice profitto imprenditoriale. In tal senso, basterebbe pensare alle ?futuristiche? tecniche di fund raising che viaggiano, dall?Inghilterra fino al nostro Paese, sotto il nome di Payroll Giving. Cos?è? Una grande impresa si fa carico di raccogliere tra i suoi dipendenti le erogazioni liberali per l?ente non profit di turno garantendo allo stesso beneficiario la raccolta di denaro, ai suoi dipendenti l?erogazione sociale ed il conseguente beneficio fiscale direttamente in ?busta paga? e, infine, a se stessa, la benevolenza dei suoi dipendenti, un?opera di ?team building? tra gli stessi nonché l?idea di avere una impresa socialmente responsabile.

Questo, solo per fare un piccolo ma significativo esempio, avviene ordinariamente nei Paesi anglosassoni.

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