Sostenibilità

Raccolta differenziata: in 20 anni in Italia è passata dal 9 al 50%

Nel 1997 veniva approvato il Decreto Ronchi, che ha cambiato per sempre la gestione della spazzatura nel nostro paese, avvicinandoci all'Europa. Oggi solo un rifiuto su cinque finisce in discarica, vent'anni fa la quota era dell'80%. Ma ci sono ancora cinque regioni in cui i cassonetti colorati rimangono un sogno: la maglia nera spetta alla Sicilia

di Gabriella Meroni

La raccolta differenziata compie vent’ani in Italia, ed è decisamente matura. Nel 1997 veniva infatti approvato il “Decreto Ronchi” sui rifiuti, che ha cambiato radicalmente i modelli di gestione della spazzatura e attuato una riforma organica recependo 3 direttive europee su rifiuti, rifiuti pericolosi e imballaggi. Il bilancio di questi primi 20 anni è molto positivo: in base ai dati Ispra diffusi per la ricorrenza, nel 1997 veniva smaltito in discarica l’80% dei rifiuti urbani e la raccolta differenziata viaggiava al di sotto del 9%; nel 2015 i rifiuti smaltiti in discarica sono scesi al 26% e la raccolta differenziata è arrivata al 47,6%. Il sistema tuttavia potrebbe raggiungere anche i nuovi target europei di riciclo se fosse applicata in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, recuperando i ritardi di alcune città (come Roma e Napoli) e di 5 regioni del Sud: Basilicata (31% di raccolta differenziata), Puglia (30%), Molise e Calabria (25%), Sicilia (13%).

Anche gli italiani hanno cominciato ad avere un approccio più responsabile sul tema, con il 91% che fa abitualmente la raccolta differenziata, il 93% che la considera una utile necessità e il 91% che la mette al primo posto tra i comportamenti anti-spreco e tra le buone abitudini ambientali; infine, le raccolte differenziate dei rifiuti “più gettonate” (91%) sono quelle di carta, vetro e plastica (dati Ipsos). La gestione sostenibile del rifiuti non impatta solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Le importanti quantità di rifiuti avviati al riciclo hanno permesso infatti la crescita di un settore industriale della green economy che conta oltre 6.000 imprese (+10% rispetto al 2008) con circa 155 mila addetti e un fatturato di 50 miliardi di euro. Considerando anche le imprese che gestiscono rifiuti come loro attività secondaria, o che utilizzano il recupero di rifiuti nel proprio ciclo produttivo, contiamo altre 3.150 realtà produttive e ulteriori 183 mila addetti.

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