Che fine hanno fatto i padri della congregazione degli agostiniani dell’Assunzione (meglio conosciuti come assunzionisti), sequestrati nella Repubblica Democratica del Congo? I religiosi mancano all’appello da una decina di giorni e finora non è stato possibile stabilire un contatto con i rapitori. I religiosi, tutti di nazionalità congolese – Jean-Pierre Ndulani, Anselme Wasinkundi e Edmond Bamutute – sono stati rapiti da non meglio identificati uomini armati, forse una decina, che parlavano Swahili. Per il momento l’unica nota di rilievo, che comunque deve essere presa col beneficio d’inventario, è quella di un portavoce della società civile del Nord-Kivu, Omar Kavota, il quale ha riferito a Radio Okapi che “gli ostaggi sono in vita e si trovano nella foresta tra la località di Oicha e il villaggio di Mavivi”. Rimane comunque il dilemma sull’identità dei rapitori, anche se Kavota ritiene che, con il loro gesto, intendano “colpire psicologicamente lo Stato congolese” e “dimostrare l’inefficienza dei servizi di sicurezza” a tutela della popolazione e dei suoi beni. Secondo alcune fonti, non è da escludere un possibile coinvolgimento del Movimento del 23 marzo (M23), filo-ruandese: alcuni dei suoi uomini, infatti, si sarebbero infiltrati a Beni. Personalmente, condivido la linea adottata dai superiori dei religiosi sequestrati che preferiscono mantenere il riserbo sull’intera vicenda, almeno fino a quando non ci sarà chiarezza sulla vera matrice del sequestro e sulle reali condizioni dei religiosi sequestrati.
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