Cultura

R.D.CONGO. I vescovi cattolici: no alla guerra

La Conferenza episcopale nazionale del Congo ha emesso oggi un comunicato che denuncia le violenze

di Redazione

«Condanniamo con veemenza questa maniera ignobile di considerare la guerra come un mezzo per risolvere i problemi e accedere al potere…Denunciamo tutti i crimini commessi contro cittadini innocenti e disapproviamo nel modo più assoluto ogni aggressione del territorio nazionale. Biasimiamo il lassismo con cui la comunità internazionale tratta il problema dell’aggressione di cui è vittima il nostro paese». Riunito a Kinshasa in sessione straordinaria, il Comitato permanente della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), ha diffuso oggi un comunicato sulla ripresa delle ostilità nell’est e nel nord-est del paese, lanciando «un grido di disperazione e protesta». Nonostante i ripetuti appelli «sia ai governanti che alla comunità internazionale la situazione in questa parte del nostro paese non ha fatto che peggiorare. Sta raggiungendo proporzioni insopportabili, molto inquietanti e capaci di destabilizzare tutta la sotto-regione se non si pone riparo» scrivono i vescovi nella lettera riportata oggi dall’agenzia Misna. «Un vero dramma umanitario che somiglia a un genocidio silenzioso nell’est del Congo avviene sotto gli occhi di tutti…Di nuovo una crudeltà di eccezionale virulenza si scatena contro le popolazioni locali che non hanno mai chiesto altra cosa che una vita tranquilla e dignitosa nelle loro terre. Chi avrebbe interesse a un simile dramma?». L’aspetto più deplorevole, aggiungono, «è che questi fatti avvengono purtroppo sotto gli occhi impassibili di coloro che hanno ricevuto il mandato di mantenere la pace e proteggere la popolazione civile. I nostri stessi governanti di dimostrano impotenti di fronte alla portata della situazione».

I vescovi sottolineano poi «che le risorse naturali del Congo alimentano l’avidità di certe potenze e non sono estranee alla violenza che si impone alla popolazione…Si ha l’impressione di una grande complicità che non svela il suo nome. La grandezza del Congo e le sue numerose ricchezze non devono servire da pretesto per farne una giungla. Chiediamo al popolo congolese di non cedere a qualsiasi velleità di ‘balcanizzazione’ del suo territorio naturale». I vescovi congolesi chiedono «l’immediata cessazione delle ostilità e la garanzia delle condizioni di sicurezza per il ritorno degli sfollati alle loro terre» e «un aumento dell’aiuto umanitario a favore di migliaia di uomini, donne e bambini affollati nei campi»; invitano «tutta la popolazione congolese a un risveglio nazionale per vivere come fratelli e sorelle, nella solidarietà e la coesione nazionale, affinché il Congo non cada nella violenza e nelle divisioni». Concludono chiedendo al governo e alla comunità internazionale di fare il possibile per mettere fine alle violenze: «Tutti vinceranno con un Congo in pace piuttosto che in guerra».

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