Mondo
R.D.Congo: appello delle ong contro la guerra
Quaranta organizzazioni non governative europee chiedono a Onu e Ue di aumentare le pressioni sul Ruanda per scongiurare una nuova guerra nella Rep. Dem. del Congo
La Repubblica Democratica del Congo è sull’orlo di una guerra con il Ruanda. I rapporti fra i due Paesi africani si sono fatti sempre più tesi dopo lo sconfinamento da parte delle truppe ruandesi in territorio congolese. Il presidente congolese Joseph Kabila ha annunciato nei giorni scorsi che un contingente di 10mila soldati verrà inviato per respingere le truppe ruandesi, dislocate secondo l’Onu al confine orientale.
Eurac, una rete di 40 organizzazioni non governative che cooperano con l’Africa centrale, ha diffuso un appello che chiede più pressione da parte dell’Unione europea e dei Paesi donatori nei confronti del Ruanda, onde scongiurare una terza guerra nella Rep. Dem. del Congo.
“Il 24 novembre scorso alcuni ufficiali rwandesi hanno annunciato alle ambasciate britannica e statunitense a Kigali e all?inviato speciale dell?Onu a Kinshasa l?intenzione del loro Paese di oltrepassare il confine” è il resoconto delle ong di Eurac, “entrando nella RDC per stanare i ribelli del FDLR, le cui incursioni in territorio rwandese rappresenterebbero una minaccia costante alla loro sicurezza nazionale”.
“Le frenetiche consultazioni svoltesi nel fine settimana del 27-28 novembre a latere del vertice dei Paesi francofoni ad Ougadougou non sono servite a calmare le acque, né hanno sortito più effetto i severi ammonimenti di diverse potenze occidentali e della MONUC (la forza ONU in RD Congo). Il governo del Presidente Kabila ha dichiarato la sua intenzione di mobilitare circa 10.000 soldati a protezione della frontiera, e che qualunque incursione da parte dell?esercito rwandese verrà considerata una dichiarazione di guerra”.
EurAC, la rete europea di ong che sostengono attivamente la cooperazione e la solidarietà con l?Africa Centrale
– Esprime il proprio stupore e preoccupazione per le minacce del Rwanda e l?apparente insincerità delle autorità di questo paese, a soli 4 giorni di distanza dalla Conferenza Internazionale sulla Pace, la Sicurezza, la Democrazia e lo Sviluppo nella Regione dei Grandi Laghi, che è culminata con la firma della Dichiarazione di Dar es Salaam. Per EurAC, il risultato più importante conseguito era stata l?espressione della volontà condivisa di prevenire e gestire con sistemi pacifici i conflitti nella Regione e di renderla spazio di pace e di sicurezza duratura, secondo le aspirazioni delle popolazioni di questi Paesi e nello stretto rispetto delle convenzioni e dichiarazioni internazionali. Inoltre, queste minacce arrivano a meno di un mese dalla firma di un accordo tripartito tra Rwanda, Uganda e RD Congo su questioni di sicurezza e, più specificatamente, sulla neutralizzazione dei gruppi armati operanti nella regione;
– Chiede all?Unione Europea e ai suoi Stati membri di rispondere in maniera positiva alla richiesta di Kofi Annan di mettere a disposizione della MONUC truppe ben addestrate, ben equipaggiate e in grado di comunicare con la popolazione locale;
– Preme affinché questi stessi Stati si assicurino che la MONUC, dotata di adeguate risorse umane e logistiche, agisca con la necessaria determinazione, per prevenire qualsiasi ripresa delle ostilità nella zona di confine tra RD Congo e Rwanda, per controllare i movimenti di truppe, per disarmare le milizie e gruppi ribelli e, infine, per garantire la sicurezza fisica delle popolazioni dell?Est della RD Congo, che vivono da sei anni in un clima di terrore e di violenza. Non dobbiamo dimenticare che le vittime di questa insicurezza sono innanzitutto il popolo congolese, in particolare le donne;
– Esorta le autorità congolesi ad agire il più rapidamente possibile per ristrutturare e unificare le proprie forze di sicurezza e a ristabilire l?autorità dello Stato su tutto il territorio nazionale, per prevenire i conflitti latenti tra regioni militari e il permanere di aree di assenza di diritto e di zone di dominio di gruppi armati di ogni sorta;
– Esige che la comunità internazionale, in particolare i Paesi maggiormente legati al Governo rwandese, adottino una posizione di ferma condanna di questa belligeranza. EurAC invita la comunità internazionale a fornire un sostegno finanziario e logistico più attivo alla ristrutturazione dell?esercito nazionale congolese;
– Chiede all?Unione Europea e ai suoi Stati membri, principali donatori dello Stato del Rwanda, che verifichino il rispetto da parte di quest?ultimo delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e degli accordi firmati con la RD Congo e con gli altri Paesi della Regione, integrando questo aspetto nel monitoraggio e valutazione delle proprie politiche di sostegno al governo di Rwanda. Nel caso in cui il Rwanda mettesse in atto le sue minacce, l?Unione Europea deve applicare sanzioni appropriate (sospensione degli aiuti, diniego di visti d?ingresso alle autorità rwandesi?)
EurAC è una rete di 40 organizzazioni umanitarie e di sviluppo di 11 paesi diversi (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito Spagna, Svezia e Svizzera) attive in Africa Centrale. Nella maggior parte dei casi, esse sostengono partner locali in un ampio ventaglio di attività, tra cui educazione alla pace, sicurezza alimentare, agricoltura, movimenti giovanili, diritti umani e salute. Queste organizzazioni si sono unite per formare un gruppo di pressione sull?Unione Europea e sui suoi Stati membri per le questioni che riguardano la Politica Estera e la Cooperazione allo Sviluppo verso l?Africa Centrale, per condividere informazioni e per sensibilizzare sulla Regione dei Grandi Laghi e per coordinare iniziative intraprese singolarmente e congiuntamente dalle stesse organizzazioni.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.