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quoziente familiare sì,ma più bilanciato

fisco L'Eurispes propone la sua versione del dispositivo fiscale

di Redazione

Potrebbe essere un affare, almeno per alcune tipologie di famiglie. Ma affinché il quoziente familiare diventi invece un vantaggio per tutti (fisco compreso), l’Eurispes propone due meccanismi “correttivi” che adattino il dispositivo al contesto italiano. In primo luogo, una “clausola di salvaguardia,” cioè la possibilità di scegliere per le famiglie con un reddito inferiore a 30mila euro tra il sistema fiscale attuale e quello che verrebbe introdotto con il quoziente, in modo da evitare il prodursi di una condizione economica ancor meno vantaggiosa per le famiglie più deboli. Secondo, l’introduzione di un tetto massimo di vantaggio fiscale che esclude dai benefici del quoziente le famiglie a più alto reddito. Questo il sistema ipotizzato da Eurispes.
Il quoziente famigliare, che guida il sistema fiscale francese, prevede che si determinino le imposte dovute al fisco sulla base non del reddito individuale, ma di frazioni di quello famigliare che corrispondono al reddito medio (calcolate sulla base di un indice che tiene conto del numero di figli e famigliari a carico). «Il quoziente dà la possibilità di inserire all’interno del meccanismo di tassazione vari fattori», spiega il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, «e questo, in generale, produce equità». Ma non sempre.
Dall’analisi dell’istituto di ricerca emerge infatti che il quoziente ha effetti diversi sulle diverse tasche (più o meno piene) delle famiglie. «Confrontando il sistema italiano con quello francese», esemplifica Fara, «ci risulta che le famiglie che hanno redditi inferiori a 30mila euro annui non otterrebbero alcun vantaggio fiscale. Viceversa, gli sgravi diventerebbero maggiori all’aumentare del reddito familiare, risultando molto consistenti per le famiglie che guadagnano più di 70mila euro». Da qui la necessità dei “correttivi” proposti da Eurispes.
«Da un lato, l’introduzione della clausola di salvaguardia serve a impedire che le famiglie a reddito più basso vengano tassate ancora di più. E, dall’altro, con il tetto massimo si impedisce che le famiglie più ricche, quelle che hanno un reddito di 70 o 80mila euro l’anno, beneficino di un meccanismo fiscale che ha altri scopi», spiega Fara. L’obiettivo del quoziente famigliare, infatti, secondo l’Eurispes dev’essere quello di alleviare la pressione fiscale sui redditi medi. Alle casse dello Stato questo “sconto” costerà circa 3 miliardi di euro: un investimento a favore di una maggior propensione delle famiglie ai consumi che, aumentando – sostengono gli esperti dell’Eurispes – bilancerebbero con tasse indirette (l’Iva, ad esempio) parte del buco creato nelle casse statali. Non una bacchetta magica, ma una soluzione. Con gli opportuni correttivi.


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