Famiglia

Quoziente familiare? Meglio il fattore famiglia

I temi fiscali in testa all'agenda

di Benedetta Verrini

La Conferenza nazionale della Famiglia, che si svolgerà a Milano dall’8 al 10 novembre, rappresenta un momento di consultazione per la realizzazione del Piano nazionale, che il governo intende emanare entro i primi mesi del 2011, ma soprattutto un passaggio strategico nella realizzazione di una riforma fiscale “amica” della famiglia.
Sono le politiche familiari, il sistema fiscale e il federalismo (oltre a scuola, intercultura, infanzia, servizi sociali, adozione) le headlines della tre giorni della Conferenza nazionale sulla famiglia. A confermarlo è Pierpaolo Donati, sociologo e direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, che anticipa di aspettarsi un «forte e interessante dibattito sul quoziente familiare, nelle diverse versioni che si stanno elaborando». E l’obiettivo finale del confronto sarà quello di «dare un’accelerazione a quel progetto di riforma fiscale che diventi davvero “amica della famiglia”, in armonia con il federalismo fiscale», spiega Donati, ricordando che il collegato alla legge sul federalismo stabilisce che anche le imposizioni fiscali regionali devono tener conto dei carichi familiari.
L’evento di Milano dunque – che segue quello di Firenze del 2007, sul quale si erano riversate molte aspettative mai realizzate – rappresenta un banco di prova per comprendere la direzione che prenderà il governo.
Il 29 settembre scorso, chiedendo la fiducia al Parlamento, lo stesso premier Berlusconi aveva messo la famiglia al centro della riforma fiscale, rilanciando il quoziente familiare. Ma proprio quest’ultimo appare un’ipotesi ormai superata da altre possibilità. «L’adozione del quoziente familiare alla francese», specifica Donati, «rappresenta un’ipotesi di riforma difficilmente attuabile in questo momento, per la sua complessità e per la necessità di rivedere l’intero impianto normativo».
Una prospettiva innovativa si ritrova invece in «Fattore famiglia», una proposta che il Forum nazionale delle associazioni familiari porterà alla Conferenza. Il progetto individua una “no tax area” entro la quale far rientrare i carichi familiari. Il suo ammontare si ottiene attraverso un coefficiente che tiene conto del costo di ciascun figlio, del coniuge a carico, oltre a situazioni particolari (non autosufficienza, monogenitorialità, per esempio). Il costo della proposta, che mira a razionalizzare anche il sistema degli assegni familiari e potrebbe essere applicata gradualmente a partire dai nuclei più numerosi, ammonta a regime a 16 miliardi di euro.
«La trovo molto interessante perché non richiede grandi cambiamenti nella normativa fiscale e ha il vantaggio della modularità: può decollare gradualmente nel giro di alcuni anni», commenta Donati, «è materiale interessante che, uscendo dalla Conferenza, potrà essere valutato dal ministero dell’Economia».


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