Formazione

Quirinale, perché no?

Si confessa sorpresa del gradimento del mondo del volontariato. Ma la cosa non le dispiace. "Anzi", dice, "è il riconoscimento del mio modo di far politica"

di Cristina Giudici

Il mondo del volontariato, del non profit e delle organizzazioni non governative la sceglie come presidente. Per pochissimi voti è lei la presidente che i volontari vorrebbero.
«Mi fa molto piacere», confessa a ?Vita?, «Credo che ci sia un riconoscimento dei valori e dei modi di far poltica che porto avanti da anni. Questo forse vuol dire che c?è un divario fra l?opinione pubblica e l?establishment tradizionale. Questa stima e questi risultati, che davvero mi sorprendono, potrebbero forse essere materia di riflessione per certe sfere politiche».

Pochi giorni fa lei ha affermato che l?Europa è ?un gigante economico ma un verme politico?. Può spiegarsi meglio?
È semplice: l?Europa non ha una politica estera comunitaria. L?abbiamo visto ieri in Bosnia e lo rivediamo oggi in Kosovo, Africa e Afghanistan. Diversamente dalla politica sull?agricoltura o sulla pesca dove si vota a maggioranza qualificata, per la politica estera, ma anche per l?immigrazione, non ci sono politiche comunitarie, ma solo un coordinamento, perciò le decisioni su questi temi vanno prese all?unanimità. Così accade che sappiamo reggere la crisi economica della Russia, ma non sappiamo cosa fare davanti a crisi tragiche come quella in atto nel Kosovo.

Crede che il Kosovo sarà una nuova Bosnia?
Credo che sia già una nuova Bosnia. In questo momento ci sono 250 mila persone che girano per i boschi perché le loro case sono state bombardate.
Certo, non siamo ancora arrivati agli eccidi di Srebrenica, ma siamo sicuramente ad una fase simile alla Bosnia del ?93/94. I dettagli sono uguali: oggi come allora stiamo preparando lo scenario di una tragedia epica perché non sappiamo o non vogliamo prevenirla. E le dirò di più: in questi sette mesi ci siamo limitati ai viaggi e alle missioni diplomatiche, non sono stati ritirati gli ambasciatori da Belgrado, non sono state applicate sanzioni degne di questo nome, né è stato fatto alcuno sforzo serio per arrestare quel criminale di Karadzic.

Non solo Karadzic. Presidente della Jugoslavia continua a essere un tal signor Milosevic che tratta e fa affari con molti governanti europei dopo essersi macchiato di responsabilità nella tragedia bosniaca. Non crede sia ora di fermarlo?
Nel modo più assoluto: Milosevic va fermato. Se qualcosa ci ha insegnato la Bosnia è che Milosevic è sensibile solo a una minaccia di tipo armato. In Bosnia per anni gli esperti militari internazionali ci hanno raccontato un sacco di sciocchezze.
Ci hanno detto che non si poteva intervenire militarmente perché non doveva diventare il Vietnam europeo e che ci volevano un sacco truppe. Ma poi sono bastate un pò di bombette sui serbi di Pale e dopo un mese ci siamo ritrovati al tavolo di pace di Dayton.
Purtroppo alcuni Stati membri dell?Unione europea ritengono che Milosevic debba partecipare alla soluzione della guerra in Kosovo. Da parte mia, invece, sono convinta che proprio Milosevic è il problema.

Come fare a migliorare la politica degli aiuti umanitari?
Ritengo che l?aiuto umanitario non debba essere un alibi per la mancanza di soluzione politica: non c?è crisi politica che possa essere risolta con gli aiuti umanitari. Essi rappresentano solo dei cerotti. Per esempio in Kosovo le organizzazioni umanitarie non hanno molto margine di manovra e quando si trovano davanti le truppe della polizia serba possono solo girare la macchina e tornare indietro.
E se i bombardamenti continueranno è impensabile che si possano aiutare 250 mila sfollati. Chi pensa che aumentando i soldi si possano aiutare gli sfollati sta dicendo delle bugie.

C?è chi pensa che i volontari dovrebbero avere più margine di manovra.
I volontari sono spesso quelli che convivono con le vittime dei conflitti e rischiano la loro vita. Purtoppo non sempre esiste una rete di organizzazioni non governative, come nei Paesi a regime dittatoriale e, anche quando ci sono, non possono diventare interlocutori dell?Unione europea perché non hanno responsabilità giuridica.
Vorrei solo che dagli uffici di Bruxelles con la moquette e l?aria condizionata ci fosse meno puzza sotto il naso nei confronti di chi volontariamente sta sotto le bombe.

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