Famiglia

Quinto Rapporto sullo Stato delle Madri del Mondo

Maternità: Save the Children, gravidanza e parto in età adolescenziale spesso causa di morte nei paesi in via di sviluppo. La Svezia la nazione dove le madri stanno meglio

di Redazione

In vista della Festa della mamma, Save the Children richiama l?attenzione sui milioni di adolescenti per le quali l?attesa e la nascita di un figlio sono eventi drammatici. Nel ?Quinto Rapporto sullo Stato delle Madri del Mondo? (sintesi in allegato all’articolo), infatti, l?organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini, include quest?anno, per la prima volta, una classifica del rischio maternità precoce: un elenco di paesi dove è più pericoloso ma anche più comune restare incinta e partorire in età adolescenziale. Più di 1 milione di bambini e circa 70.000 madri adolescenti muoiono ogni anno nei paesi in via di sviluppo. In particolare, il rapporto di Save the Children individua 50 nazioni dove il rischio maternità precoce è più alto e devastante sia per le mamme che per i bimbi. Sul totale dei paesi elencati, i primi nove appartengono all? Africa subsahariana con Nigeria, Liberia e Mali in cima alla classifica. In queste aree del pianeta, si legge nel dossier, più di 1 ragazza su 6 tra i 15 e i 19 anni mette al mondo un bimbo ogni anno ma quasi 1 su 7 dei neonati muore entro il primo anno di età. Per quanto riguarda la salute materna, le puerpere-adolescenti hanno il doppio delle possibilità di morire per complicazioni legate al parto delle donne più grandi. Le ragazze sotto i 14 anni corrono un rischio ancora maggiore. ?La nascita di un bimbo può trasformarsi in una danza con la morte per tante ragazze dei paesi in via di sviluppo che si sposano e hanno figli prima di essere pronte psicologicamente e fisicamente?, commenta Carlotta Sami, Coordinatrice dei Programmi di Save the Children. ?Il problema è che spesso non hanno alternative a questo tipo di vita. Dobbiamo dunque comprenderle e offrire loro una prospettiva diversa.? ?L?accesso all?educazione è la chiave di tutto?, prosegue Carlotta Sami.?La ricerca dimostra che le ragazze che ricevono una educazione di base vivono meglio in gravidanza, hanno un parto più sicuro e anche i loro bambini stanno meglio perché è più probabile che queste mamme cerchino adeguata assistenza per se stesse e i propri piccoli. E? più facile che mandino i loro bambini a scuola e usino contraccettivi per distanziare le gravidanze?. I dati sin qui elencati trovano conferma, sempre all?interno del Rapporto sullo Stato delle Madri del Mondo, nella quinta edizione del Mothers? Index, una graduatoria dei paesi più e meno favorevoli alla maternità che Save the Children ha stilato prendendo in considerazione, relativamente a 119 paesi del mondo, i principali indicatori del benessere materno: salute, educazione e status politico. In testa all?Indice c?è la Svezia. In coda la Nigeria. Seguono, fra i primi dieci paesi: Danimarca, Finlandia, Austria, Paesi Bassi, Norvegia, Australia, Canada, Regno Unito, Stati Uniti. Agli ultimi posti invece, sopra la Nigeria, ci sono: Burkina Faso, Etiopia, Mali, Guinea Bissau, Ciad, Sierra Leone, Yemen, Repubblica Centro Africana, Mauritania. Una mamma di uno dei dieci paesi in fondo alla graduatoria è, rispetto alle sue simili dei primi dieci paesi della classifica, 26 volte più esposta al rischio di veder morire suo figlio entro il primo anno di vita e 750 al rischio di morire lei stessa durante la gravidanza o il parto. In questi stessi paesi 1 bambino su 3 non è iscritto a scuola e solo una donna su quattro sa leggere e scrivere. ?Anche in questo caso l?educazione rappresenta un fattore chiave?, conferma Carlotta Sami. ?L?Indice infatti individua una strettissima relazione fra il livello di istruzione della madre, il suo accesso ai servizi di pianificazione familiare, la presenza di personale qualificato al momento del parto con la sopravvivenza e la salute del bambino?. In Svezia, per esempio, che è al primo posto della graduatoria, più del 99% delle donne ha un?istruzione. Al contrario, in Nigeria, solo il 9% delle donne è andato a scuola: una mamma etiope ha 38 possibilità in più di veder morire il proprio bambino entro il primo anno di vita rispetto ad una madre svedese. L?aumento dell?uso di contraccettivi permette alle donne di distanziare le maternità, di conseguenza diminuisce la mortalità materna. Negli Stati Uniti, dove il 71% delle donne ricorre alla contraccezione, la mortalità materna è di 1 donna su 2.500; in Mali di 1 su 10 a fronte di un utilizzo della contraccezione nel 6% della popolazione femminile. Maggiori informazioni:

  • Save the children

  • Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
    fondamentale per supportare il lavoro di VITA