Cultura

Qui Torino, dove il pediatra riceve in biblioteca

Un cambio di paradigma, fortemente voluto dall'amministrazione comunale, ha permesso di avvicinare i torinesi alle biblioteche civiche cittadine, trasformate in luoghi di vita e di socialità, non solo spazi per il prestito dei libri. Un esempio di felice incontro fra visione politica, welfare culturale e fundraising per la cultura

di Rossana Certini

Le biblioteche civiche di Torino stanno vivendo una vera e propria metamorfosi. Da spazi dedicati esclusivamente alla consultazione di libri, sono diventate luoghi di aggregazione, punto di riferimento culturale e sociale per cittadini di tutte le età. Questo cambio di paradigma, fortemente voluto dal Comune di Torino, ha permesso di avvicinare la comunità locale alla cultura in modi innovativi, con un impatto positivo sia sul numero di visitatori sia sulle donazioni.

«Ci piace definirle “biblioteche vive”», afferma l’assessora alla cultura, Rosanna Purchia, «luoghi dove bambini, adulti e anziani possono partecipare a iniziative di arte, teatro, musica e molto altro». L’obiettivo è chiaro: trasformare le biblioteche in centri culturali polifunzionali, dove ogni cittadino possa trovare opportunità di crescita, svago e socializzazione.

Questo processo di rinnovamento è stato reso possibile anche grazie al sostegno di grandi istituzioni culturali e fondazioni, come la Fondazione Compagnia di San Paolo, ma anche grazie alle donazioni di realtà come il Soroptimist e il Lions Club. «Questa nuova visione ci ha permesso di registrare circa 13mila nuove iscrizioni ogni anno, con un totale di 800mila visitatori e 700mila prestiti», aggiunge l’assessora, sottolineando il successo della trasformazione.

Biblioteca civica Natalia Ginzburg (Foto comune di Torino)

Uno degli ultimi progetti realizzati è “Nutrirsi di Cultura 0-6“, nato dalla collaborazione con musei, servizi sanitari ed educativi e il privato sociale. Il progetto, vincitore del bando annuale “Cultura per Crescere” della Fondazione Compagnia di San Paolo, propone percorsi di lettura, arte e musica per favorire il benessere dei bambini e delle loro famiglie nei primi sei anni di vita. Un’iniziativa che parte dalla gravidanza e prosegue fino al periodo perinatale, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione culturale come fattore decisivo per la salute e il benessere psicologico dei più piccoli.

Gli ambulatori pediatrici trovano posto in biblioteca

Non solo bambini. Le biblioteche di Torino sono diventate anche un punto di riferimento per le famiglie e le persone solo. Un esempio in questo senso è il progetto “Cultura di base nelle biblioteche“, realizzato in collaborazione con la Fondazione per l’Architettura Torino e la Regione Piemonte. Due ambulatori di pediatri di libera scelta sono stati trasferiti nelle biblioteche civiche Luigi Carluccio e Primo Levi, trasformando l’esperienza dell’attesa del proprio turno in un’opportunità educativa e culturale perché i bambini e i loro genitori possono trascorrere il tempo in spazi pieni di libri, disegni e giochi. Un cambiamento che ha migliorato l’ambiente per i piccoli pazienti, creando uno spazio multisensoriale capace di contribuire al loro benessere psicologico.

Biblioteca civica Italo Calvino (Foto comune di Torino)

Anche il progetto “La cultura dietro l’angolo” ha portato una ventata di novità. Con l’obiettivo di avvicinare le persone sole alla cultura, sono stati organizzati eventi gratuiti nelle diverse circoscrizioni torinesi, coinvolgendo i cittadini in attività culturali ospitate direttamente nei presìdi territoriali. Tra le proposte: spettacoli teatrali, conferenze con direttori di musei e un fitto programma di attività culturali pensate per stimolare la partecipazione attiva.

In aumento il numero dei libri donati dai cittadini

Un altro aspetto che ha caratterizzato la rinascita delle biblioteche civiche di Torino è il senso di appartenenza che hanno generato tra i cittadini che si sono sentiti “costruttori” attiviti delle biblioteche e hanno donano, solo nel 2024, ben 5.235 libri, per un valore di circa 26mila euro, che si sono aggiunti ai fondi già in uso dalle biblioteche.

Biblioteca civica villa Amoretti (Foto comune di Torino)

I libri donati sono spesso nuovi e di grande attualità, scelti con cura dai torinesi per arricchire l’offerta culturale delle loro biblioteche. «Le storie legate a queste donazioni sono tante», racconta Purchia, «molti donatori raccontano di come la biblioteca di quartiere sia diventata un luogo speciale per loro, un rifugio dove poter trovare un libro da leggere o semplicemente godere di un’atmosfera accogliente. Un vero e proprio legame affettivo che ha portato alcuni a frequentare regolarmente gli spazi culturali, anche ogni giorno».

Le biblioteche civiche di Torino hanno saputo rispondere con innovazione alle esigenze della comunità, diventando luoghi di crescita e di incontro, in grado di accogliere e stimolare i cittadini attraverso un ampio ventaglio di iniziative culturali. Un cambiamento che non solo ha aumentato le iscrizioni e le presenze, ma ha anche creato un circolo virtuoso di partecipazione e donazione che ha coinvolto sempre più torinesi.

Nella foto di apertura la Biblioteca civica Villa Amoretti (foto comune di Torino)

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