Non profit

Qui si sperimenta il limite, cioè ci si prepara al futuro

Francesco Tomatis, professore e alpinista

di Redazione

Tutte le esperienze in montagna sono, al tempo stesso, esperienza fisica e spirituale. Ne è convinto Francesco Tomatis, professore di Ermeneutica filosofica all’università di Salerno, alpinista e autore dell’affascinante Filosofia della montagna – apparsa per i tipi della Bompiani – che invita a considerare la pratica alpinistica non solo dal punto di vista “sportivo” ma nella sua totalità materiale e intellettuale. Tra i rifugi, Tomatis confessa la propria predilezione per il Federici-Marchesini al Pagarì, a 2.650 metri, costruzione in legno e muratura che sorge su un piccolo promontorio roccioso in alta Valle Gesso, nel Parco naturale delle Alpi Marittime, nella località di Entracque in provincia di Cuneo. Di proprietà del Club Alpino Italiano – sezione di Genova, inaugurato nel 1913, attualmente gestito da Andrea Pittavino detto Aladar, il rifugio ha una lunga storia descritta dallo stesso Pittavino in un suo libro molto noto tra gli appassionati, Rifugio Pagarì. Storia e itinerari (Lila, Carrù 2004).
Vita: Lei come si spiega questa passione sempre più crescente per la montagna?
Francesco Tomatis: Viviamo un momento di svolta nell’approccio alla montagna. Se negli ultimi due secoli il modello di uomo era il cittadino, frutto della civiltà industrializzata, che andava in montagna o per contemplare la natura selvaggia o per conquistarla, se non per sfruttarne le risorse, oggi il contatto con la montagna diventa sempre più necessario per rigenerare l’esaurita umanità tecnologicizzata ma anche per attingere un modello di vita alternativo. La montagna insegna i limiti costitutivi dell’uomo e la possibilità di organizzare culturalmente una vita segnata dai ritmi naturali, grazie alla capacità di ascoltare in esso qualcosa di più grande, trascendente il volere umano.
Vita: La montagna può essere vista come rifugio?
Tomatis: Sin dalle epoche preistoriche la montagna è sempre stata rifugio. Ne sono testimonianza i graffiti rupestri ritrovabili in grotte o su rocce montane, risalenti anche a 40mila anni fa. Le popolazioni fra le montagne hanno trovato rifugio, salvezza e protezione da vessazioni d’imperi o invasori, nemici e dominatori. Le Alpi testimoniano ancora la presenza di genti, lingue, culture di diversa origine, sfuggite a vari tipi di persecuzione: dagli Occitani ai Walser, dai Valdesi ai Ladini… Per questi uomini la montagna è stata rifugio nel doppio senso dell’etimologia: rifugiarsi significa scappare da qualcuno che incute paura e trovare salvezza, riparo, sicurezza. Per la loro natura elevata, di difficile accesso, ma anche presentando tutti gli elementi essenziali che nutrono la vita, le montagne sono rifugio per gli uomini. Oggi possono essere rifugio per persone desiderose di sfuggire alla vita tecnologicizzata cittadina.
Vita: Nel suo libro dedicato alla filosofia della montagna dedica un capitolo alla “comunità futura”. Ce ne può parlare?
Tomatis: Negli ultimi anni s’è capito che non c’è futuro per una civiltà che si basi sulla possibilità di sfruttamento infinito delle risorse naturali e umane del pianeta. Pensare che la coltivazione intensiva del suolo, l’estrazione e sfruttamento continuo di risorse, dal petrolio ad aria, terra e acqua, l’omologazione di culture e persone sotto uniformi stili di vita e di pensiero possano durare a lungo è frutto di ideologie dogmatiche e incapaci di capire l’uomo. Nelle piccole comunità montane, fatte di singole persone, consapevoli dei propri limiti ma anche capaci d’interpretare con questi i grandi significati della vita, unite da una reciprocità che mantiene le differenze pur nella relazione, è presente un laboratorio sperimentale e un possibile modello di vita futura sulla Terra.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it