Famiglia

Qui si ridà volto ai bambini scomparsi

L’idea è stata di un padre al quale la polizia non aveva saputo restituire suo figlio di 14 anni. Così Adam Walsh ha messo assieme una rete di volontari.

di Cristina Giudici

Volti di bambini che sfumano e riappaiono grazie a un sofisticato software. Adolescenti intrappolati fra l?oblio e la follia demente di pedofili criminali rintracciati grazie a una rete di informatori e investigatori volontari. Genitori fuggitivi che trascinano i propri figli da uno stato all?altro dell?America e riemergono dal nulla grazie a un sistema postale che raggiunge ogni settimana 50 milioni di americani. Il più grande cerca-persone mondiale si trova nella cittadina di Arlington, a pochi chilometri dal Pentagono e dal Cimitero degli Eroi, dove sono sepolti i martiri di guerra e il presidente Kennedy. Si chiama National Center for Missing and Exploited Children (Ncmec), ed è la dimostrazione di ciò che può fare un?organizzazione non profit gestita con risorse, intelligenze e creatività. In America ogni giorno spariscono 2300 fra bambini e adolescenti. Scappano da casa, o vengono rapiti da un genitore o da un pedofilo. Un fenomeno incontrollabile che in un Paese immenso e senza frontiere come gli Stati Uniti non riesce ad essere combattuto adeguatamente dalle polizie locali, dal Federal Bureau of Investigation o dai detective privati. Così negli anni ?80 sono sorte alcune associazioni private con lo scopo di collaborare attivamente alle ricerche delle forze dell?ordine. Il Ncmec è nato nel 1984, quando John Walsh, 14 anni, si allontanò da casa per raggiungere il campo da baseball e non tornò più. Tre giorni dopo la polizia ritrovò solo il suo berretto. Stretto fra il dolore e la rabbia nei confronti della polizia che aveva avviato le ricerche solo il giorno dopo, suo padre, Adam Walsh, fondò la prima rete di volontari addestrati per mettersi sulle tracce di bambini desaparecidos. Oggi il Centro possiede una rete di investigatori e poliziotti in pensione, assistenti sociali, avvocati, ex agenti dell Fbi, e informatici che lavorano giorno e notte per rintracciare gli scomparsi. E in 14 anni hanno seguito 58 mila sparizioni. Sostenuti da produttori cinematografici, attori, catene commerciali, stazioni radiofoniche, canali tv, provider di Internet, parlamentari e soprattutto da migliaia di cittadini che intasano le hotlines, le linee attivate per gli avvistamenti. Ogni giorno infatti nel quartiere generale di Arlington arrivano 700 sightings, telefonate di avvistamento, informazioni relative agli spostamenti di genitori fuggitivi o di sequestratori. A chiamare sono spesso cittadini che hanno ricevuto l?Advo, la cartolina postale con l?immagine degli scomparsi o dei loro rapitori. Il profilo del serial killer Jacob Garcia aveva solo otto mesi, quando è stato rapito dalla giovane madre di 18 anni da una piccola cittadina del Texas. Il padre ha chiamato gli operatori del Ncmec e il meccanismo si è messo subito in moto: la sezione mail (posta) del Centro ha aggiunto la foto di Jacob e di sua madre sulle cartoline postali che ogni settimana vengono spedite a tutti gli Stati americani. Sei mesi dopo Deborah Brady, una dei case manager del Centro che si incaricano dei casi, tengono rapporti con le famiglie, i potenziali avvistatori, le forze di polizia locale e gli agenti federali, ha ricevuto una telefonata dalla California. «Un signore affermava di conoscere la donna della fotografia l?aveva vista per caso in un negozio di Santa Monica, ma voleva restare anonimo», spiega Deborah. «Così, dopo qualche ora, è saltata fuori la verità: il signore in questione era un predicatore evangelico, suo figlio si era appena sposato con una giovane donna che aveva un figlio piccolo. Mi ha detto che lei non parlava mai del suo passato ed era un po? misteriosa ma che non avrebbe mai immaginato che potesse arrivare a tanto. Verificate le informazioni, ho avvisato l?Fbi e Jacob è tornato a casa da suo padre, mentre la madre è finita in carcere». I case manager del Centro sono assistenti sociali, ma anche agenti federali in pensione o ex poliziotti. Come Ronald Jones, che ha passato la vita nella periferia di Washington a combattere le gang giovanili e oggi cerca di proteggere il futuro di bambini e adolescenti. «Nel 1990 ero ancora un poliziotto e avevo seguito il caso di Sarah Pryor, un?adolescente di 16 anni rapita, stuprata e uccisa», ricorda. «Il colpevole non venne mai trovato. Nel 1995 ci è stata segnalata la sparizione di un adolescente e di un bambino in due stati diversi: nel Maryland e nel Massachussets. Entrambi sono stati ritrovati morti. La tecnica utilizzata dall?assassino mi ha ricordato quella usata nel caso di Sarah. Così ho avviato una ricerca, ho tracciato il profilo del serial killer e poi ho passato tutto il materiale agli agenti federali: Hidding Clark è stato arrestato l?anno dopo». I case manager utilizzano la tecnica investigativa appresa nell?università dell?Fbi, a Quantico, in Virginia, dove si studia scienza del comportamento ed esiste una squadra speciale per gli omicidi seriali di bambini e adolescenti. A disposizione, per verificare le denunce, le descrizioni dei rapitori e i profili dei criminali, hanno anche la banca dati del National Crime information Center dell?Fbi. Poi analizzano i casi, attivando la rete di informatori e alla fine dell?indagine ?volontaria? inviano un dossier alle forze di polizia che in questo modo sono agevolate e in qualche caso devono solo fare il lavoro finale: il pedinamento e l?arresto. Ritrovata con un quarantenne Dona aveva 13 anni quando è scappata da casa, nel Colorado. È stata ritrovata cinque anni dopo in Florida. Viveva con Henry, un quarantenne di cui s?era innamorata. Dopo i primi mesi però lui l?aveva segregata in casa. Finché un giorno la madre di Henry ha visto la foto della ragazza in televisione, lo ha chiamato per dirgli che era nei guai e lo ha convinto a lasciarla andare. Così Dona ha chiamato la nonna per dirle che era viva e stava bene. Il giorno dopo gli agenti dell?Fbi sono arrivati a prenderla. Una storia finita bene grazie al programma digitale del Ncmec che permette di ?attualizzare? l?immagine dei bambini e adolescenti scomparsi. Age progressed è un programma software che permette di realizzare immagini ad alta fedeltà. Ideato da un ex agente Fbi, Horace Heafner (che alla fine degli anni ?60 riuscì a tratteggiare il profilo dell?assassino di Martin Luther King, James Earl Ray), oggi viene usato per dare un volto attuale alle vecchie foto di bambini, adolescenti e rapitori non ancora rintracciati. Stephen Loftin è un ex poliziotto che sa ricostruire sullo schermo i volti delle persone inghiottite dal nulla molti anni fa. «Innanzi tutto facciamo uno studio preliminare sui geni della famiglia, le somiglianze, i tratti somatici», ci dice Loftin mentre mostra il volto di Sarah, rapita dieci anni fa e che oggi dovrebbe avere 18 anni. «Se non ci sono somiglianze in famiglia, ricorriamo al nostro archivio composto dai volti di migliaia di bambini e adolescenti e diviso per età, etnia e colore della pelle. In questo modo possiamo ricostruire la misura del cranio, le orbite degli occhi, la crescita dei denti». Ma funziona? «Beh, si lavora al buio cercando di trovare dei punti di luce, ma spesso riusciamo nel nostro intento», aggiunge Loftin. «Molti ragazzi sono stati ritrovati grazie alla somiglianza dell?immagine elaborata dai nostri computer. Ricordo per esempio un bambino rapito dal padre a due anni e ritrovato quando ne aveva sette grazie al fatto che il padre lo aveva iscritto a scuola e la polizia aveva in mano la nostra foto. Quando ho visto la foto del bambino dopo il ritrovamento, mi sono messo a urlare: la foto virtuale e il volto reale erano due gocce d?acqua». L?age progressed funziona a tal punto che quando Loftin e i collaboratori hanno tempo offrono consulenza alla polizia scientifica, ricostruendo i volti di cadaveri irriconoscibili. Ovviamente gratis perché il Ncmec è un?organizzazione non profit che paga i suoi lavoratori ma reinveste tutti i finanziamenti che riceve dai donatori privati e del Congresso americano. Nel sito web del Centro (www.missingkids.com) ci sono le foto di 100 mila bambini che ogni anno vengono riaggiornate. Il molestatore insidiava sulla “chatline” L?ultima frontiera del Ncmec è la pedofilia in rete. La Exploited Child Unit, una task force diretta da un ex agente dell?Fbi, Ruben Garcia, realizza anche le indagini in rete in collaborazione con Fbi e Interpol. Quando gli operatori delle hotlines ricevono denunce di molestie sessuali virtuali all?interno delle numerose chatlines, entra in gioco la squadra della cybertipline che avvia un?indagine sui siti, chiede informazioni su chi li gestice, i precedenti penali, le abitudini sessuali. «Accediamo alle banche dati di investigatori privati e se troviamo riscontri contattiamo poliziotti o agenti federali», spiega Ruben Garcia. «Al Centro, abbiamo anche un agente federale operativo pronto a mettere in moto un?indagine vera e propria», aggiunge Garcia, che negli anni ?80 era infiltrato nella mafia cinese di New York. «Una volta ci ha chiamato un genitore per denunciare la fuga del figlio Davi. Da mesi passava le serate collegato a Internet: abbiamo scoperto che era stato spinto a scappare di casa da un molestatore conosciuto via Internet che abitava in California. Davi aveva preso un autobus per raggiungere il suo amico in California, ma ad attenderlo alla stazione c?erano gli agenti. Il molestatore era un noto pedofilo ed era già stato in carcere per abuso sessuale su minori».Ma gli operatori e i volontari del centro non sono sempre così fortunati. Dopo 14 anni, per la prima volta, l?anno prossimo dovranno chiudere migliaia di pratiche per fare posto alle nuove richieste che arrivano da tutti gli stati d?America e ora anche dal resto del mondo. Malgrado l?efficienza, la velocità, la buona volontà e la passione dei lavoratori non profit del Ncemc, per quei ragazzi ?da cancellare? s?è ormai persa la speranza di ritrovarli. Anche da Roma chiedono aiuto Jennifer Penta, case manager della divisione internazionale del Centro, mostra le carte del ministero di Grazia e giustizia italiano che negli ultimi mesi si è rivolto al Ncmec per rintracciare alcuni adolescenti italiani scomparsi e avvistati negli Stati Uniti. Nel 1995 il Ncmec è stato designato dal Dipartimento di giustizia Usa come interlocutore istituzionale (all?interno della Convenzione dell?Aia sugli aspetti civili del rapimento internazionale dei bambini) per assistere le ricerche di adolescenti stranieri che potrebbero trovarsi negli Stati Uniti, e di adolescenti americani avvistati l?ultima volta all?estero. Si tratta di circa 700 casi, di cui 300 già risolti, esito di conflitti familiari dove uno dei genitori è scappato all?estero con il figlio senza averne la custodia, ma in qualche caso anche di rapimenti veri e propri da parte di estranei. La divisione internazionale collabora con Scotland Yard, con le polizie olandese e belga, il Centro di polizia internazionale dell?Unione europea a Bruxelles, con la polizia australiana e con la segreteria generale del?Interpol a Lione. Il servizio ha una linea telefonica specifica 24ore non stop: 001-703-522-9320 (in 14 lingue). C?è anche un indirizzo e-mail: 74431.177@compuserve.com. Chi li ha visti? Bambini e adolescenti scomparsi ogni anno (stime Fbi) Mezzo milione Sparizioni seguite dal 1990 al 1998 33.922 Ragazzi scappati da casa 22.772 Minori rapiti da un genitore 9.008 Minori rapidi da estranei 857 Minori persi in circostanze misteriose 1.002 Casi risolti dal 1990 al 1998 31.145 Minori ritrovati morti 467 Minori ancora da rintracciare 2.777


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