Mondo

Qui Santa Fé. L’Argentina è senza insulina

La testimonianza di Roberto Tomassone, medico di terapia intensiva dell'ospedale di Santa F

di Redazione

Lavoro come pediatra nel reparto di terapia intensiva dell?ospedale di Santa Fé, anche se a volte mi sembra di stare in Kenya? Questa mattina stavamo finendo l?insulina: cose dell?altro mondo. Per fortuna che il Brasile ci sta dando una mano con i farmaci salvavita. Io ho sotto la mia responsabilità 16 posti letto che dovrebbero bastare per 350mila bambini.
L?impegno sociale è ormai una necessità ed è per questo che collaboro con Red Solidaria, un network del Terzo settore nato nel ?94 e che riunisce oltre 200 associazioni. Guadagno 800 dollari al mese che, non escludo, possano trasformarsi in Lecop, i buoni pasto con cui nella provincia di Buenos Aires si pagano i dipendenti pubblici. Per fortuna nella Provincia di Santa Fé abbiamo un governatore come Reutemann. L?ex ferrarista è uno dei pochi politici che non hanno svuotato le casse dell?erario. Nel privato, invece, non mi pagano da 5 mesi?ma curare i bambini è la mia missione. Oltre al dramma personale di non avere denaro per le spese quotidiane, il problema è che non ci si può aggiornare professionalmente. Esistono due tipologie ben definite di sanità in Argentina: quella pubblica, fallita, frustrata dove mancano le scorte di medicine salvavita e stanno finendo anestetici, farmaci anti-Aids e insulina. E quella privata, che si può permettere solo il 5-10 per cento della popolazione a causa di premi assicurativi che superano i 3mila dollari annuali… Altra piaga di questo Paese sono gli speculatori: da quando il peso è stato svalutato, il pane è aumentato del 30 per cento e il latte del 25. Ma grano e mucche sono la base dell?economia argentina: è un crimine aumentarne le tariffe. Il governo punisca commercianti e fornitori, altrimenti come un pensionato potrà continaure a mangiare?

di Roberto Tomassone, medico di terapia intensiva

Info: www.redsolidaria.org.ar

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